A Zola si costruisce ancora, e si costruisce ancora come nel passato. A niente sono serviti gli errori giganteschi fatti, per farsi ancor più male se ne affiancano degli altri.

L’ex stabilimento Dietorelle sarà abbattuto, dopo venti anni in disuso, e riqualificato con, si dice, 60 nuovi appartamenti. L’area verde sarà riqualificata e probabilmente sarà fatto un ponte pedonale che la collegherà al giardino campagna. Bene. Benino. Insomma.

È la nostra cultura, edificio fatiscente uguale a tanti appartamenti. Non un paio di villette, tre, quattro, troppo poche non converrebbero, quello che conviene è solo un condominio da 60 appartamenti, in un’area già densamente popolata e dal traffico spesso, troppo spesso congestionato, con la vecchia aerea C4 ancora da completare e con quella già costruita non ancora del tutto abitata. Conviene economicamente, finanziariamente conviene. La convenienza economica è il solo metro di giudizio che abbiamo. Ma ci conviene realmente?

È la politica che ci ha portato avanti in questi ultimi 30 anni, la Politica degli oneri di urbanizzazione, io ti faccio costruire e tu mi sistemi alcuni problemi decennali che io Comune economicamente non posso permettermi.

Una politica che oltre ai “nuovi” appartamenti sulla ex Dietorelle porteranno anche cento e passa appartamenti a Riale nei campi davanti alla Dugomrulli, oltre ad una nuova Palazzina all’inizio di via Berlinguer a Riale. Cento e passa appartamenti che furono il “rimedio” alla scelta coraggiosa dell’ex Sindaco Giancarlo Borsari di fermare le costruzioni previste in cima a Via Belvedere, e che fu fatto cadere, nel suo mandato, dal suo stesso partito di maggioranza proprio per questa “improvvisa” decisione.

Il traffico? È colpa nostra.

Anche questa è cultura, ovunque andiamo dobbiamo muoverci in auto, e ognuno di noi una volta maggiorenne deve avere un’auto di proprietà.

Siamo abituati così. Ci hanno abituati così. Ci vogliono così. E così rimaniamo.

E quando non ci staremo più?

Ci penseremo.

Quando non ci saranno più parcheggi, quando non ci saranno più posti nelle scuole, quando non ci saranno abbastanza dottori, ambulanze per le emergenze, forze dell’ordine per la sicurezza?

Poi ci penseremo.

Come abbiamo sempre fatto, ci penseremo dopo, intanto costruiamo ancora, stringiamoci ancora di più, facciamo pagare la nuova passerella pedonale sul Lavino, lavoro che comunque il Comune non avrebbe potuto pagare, e sentiamoci soddisfatti.

Sommiamo i problemi ai problemi, poi ci penseremo.

Poi.

Intanto l’unica via possibile è questa, e quindi questi nuovi ennesimi appartamenti sono un successo.

Così in molti la pensano, ma non chi scrive che pensa, anzi, che questi nuovi appartenuti siano solo l’ennesimo scempio, mi sto contenendo, fatto al nostro territorio.

Certo il mostro in disuso della vecchia fabbrica Dietorelle sarà distrutto, eppure, da cittadino che vuole bene alla sua terra, e al benessere fisico e mentale non solo economico della gente che lo vive, come avrei preferito pagare i 6 e passa milioni di penale per gli edifici del Belvedere, invece che dare altri terreni a chi aveva intenzione di costruire in una zona posta a vincolo, preferirei tenere il mostro Ex Dietorelle ancora per un po’ finché, magari, qualche legge non cambi e agevoli la riqualificazione delle aeree abbandonate.

Finché, magari, qualcuno di utopico e sognatore, e quindi innovatore, cambi le leggi e dia alle amministrazioni più libertà, e con essa anche più responsabilità, e gli permetta, magari, di espropriare terreni privati in disuso da decenni che hanno portato danno alla collettività.

Quanto pensiamo di poter andare avanti con le politiche degli oneri di urbanizzazione, quanto pensiamo di resistere nel far risolvere criticità collettive ai privati, criticità vecchie e risapute da decenni, creando e sommandole ad altre che dureranno poi altri venti anni?

Parlavo di un nuovo palazzo in Via Berlinguer. I residenti sono in sommossa.

Eppure.

Eppure si sapeva da decenni che dovevano costruire. Prima era in una zona, poi in un’altra, prima era una villetta, poi due, poi anche un parcheggio, perché in via Berlinguer non c’è un buco per parcheggiare, (problema che tra meno di un lustro esploderà in ogni centro urbano italiano), poi, poi, poi si vedrà.

Ai tempi, quando se ne iniziò a parlare, ci si fidò di chi disse che dopo il C4 a Zola non si sarebbe più costruito. In molti invocano quella promessa, una promessa fatta da chi ora purtroppo non c’è più, probabilmente fatta con il cuore ma anche con la consapevolezza che sarebbe stata impossibile da mantenere. Ci si fidò sulla parola, senza andare a controllare se sarebbe stato realmente così.

Impossibile che non si costruisca più, neanche giusto, perché il settore dell’edilizia è trainante nel benessere di un territorio. Ma è il come e il quanto che fanno la differenza nel creare reale benessere.

Il Bonus del 110% sulle ristrutturazioni energetiche che il Governo ha stanziato fino al 2022 è un esempio concreto. E pensare che questo Bonus ha avuto la scintilla di accensione proprio a Zola, da uomini sognatori che da anni stanno aprendo la mente a chi ha l’umiltà di seguirli e di mettersi in discussione.

Non c’era più spazio, si diceva ai tempi, ed era vero, non c’era a quei tempi, ce ne è di meno adesso.

Eppure lo spazio lo si trova lo stesso, lo spazio per farci male non manca mai.

 

Ps Se ho sbagliato qualche numero, o dato, o ricordo, chiedo preventivamente venia e accetto con piacere qualsiasi correzione. Ma certo non cambierò il mio pensiero su questa Politica degli oneri di Urbanizzazione, (così la chiamo io), che a mio avviso sta sconvolgendo, mi sono nuovamente trattenuto, i nostri territori.

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2 Commenti

  1. Ho abitato a Riale dal 1975 al 1996 e proprio questa mattina passando per Zola mi sono accorta ancora una volta dello scempio di un paese che era vivibile e che ora è un obrobrio. Sono felice di leggere che qualcuno usa il cervello e non pensa solo a fare distruggere il territorio. La cosa che mi dispiace è che madre natura quando si ribellerà la farà pagare a tutti anche a chi non ha colpe. La nostra arroganza e’ lo specchio di questa società sterile.

  2. Grazie Lorena, felice io di avere qualcuno che sostiene le mie idee. Purtroppo siamo veramente pochi che la pensano così.

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