Vede la luce per volontà della famiglia nel giorno in cui Chiara avrebbe compiuto 16 anni, l’associazione in suo nome. Si chiamerà “L’arco di Chiara” e nasce con il duplice obiettivo di diffondere la storia di Chiara attraverso i racconti dei familiari e delle persone a lei più care ma soprattutto di sensibilizzare i giovani ai pericoli in cui si può incorrere senza nemmeno accorgersene.
“L’idea di questa associazione – spiega Martina, Martina Puca, amica di Chiara e coordinatrice dell’associazione – mi è venuta subito dopo la tragedia. Sentivo che il mio percorso con Chiara non era finito. Sento il bisogno di continuare a parlare di lei e a sentirla vicina. Il nostro intento è coinvolgere quanti più ragazzi e famiglie possibile affinché possano capire quali pericoli si celano dietro un cellulare, un videogame o a volte, purtroppo, dietro una mano umana. Stiamo già lavorando a progetti che si svolgeranno in collaborazione con le scuole, per entrare nelle classi e trovare uno spazio di confronto con i ragazzi. I progetti di cui ci occuperemo – continua Puca – sono tanti: legalità, perché le forze dell’ordine devono essere viste come figure amiche e non di cui avere timore, sensibilizzazione alla dipendenza da sostanze e videogiochi, sensibilizzazione all’uso di internet, bullismo di cui Chiara è stata vittima in prima persona, violenza, diversità. Al momento pensiamo a un doposcuola formativo dove i ragazzi potranno trovare un luogo neutro in cui sfogare le proprie paure e lavorare sulle proprie fragilità”.
“Nel giorno in cui avrebbe dovuto ricevere i regali per i suoi 16 anni – aggiungono Vincenzo e Giusi, i genitori di Chiara – lei ne fa uno a noi. La vicinanza della comunità è quello che ci dà la forza di andare avanti e realizzare iniziative in nome di Chiara. L’associazione è soltanto l’inizio: i progetti saranno rivolti a ragazzi e adolescenti di scuola secondaria di primo e secondo grado ma col tempo ci auguriamo che le nostre idee possano essere declinate in modo da arrivare a tutti i ragazzi, anche ai più piccoli. Cogliamo l’occasione per ringraziare nuovamente il Sindaco, i Carabinieri di Castello di Serravalle e Bazzano, i professori di Chiara, i professori di Monteveglio, il Preside Zanaroli e il Preside Mongelli per l’appoggio dimostratoci e tutta la comunità per l’ondata di affetto che si è concretizzata anche con la raccolta fondi di cui forniremo puntuale rendiconto man mano che verranno svolte le attività”.
“Al momento – continua Martina – l’associazione è in fase di costituzione. Chiunque voglia sostenerla o diventarne collaboratore può scriverci all’indirizzo larcodichiara@gmail.com oppure cercarci sulla pagina facebook che a breve sarà online. Abbiamo già l’adesione di tanti insegnanti e psicologi disponibili a creare con noi attività di gruppo educative e creative e vogliamo creare anche un collegamento con i gruppi socioeducativi che Chiara frequentava. Saremo uno sportello di ascolto gratuito a cui famiglie e ragazzi possono rivolgersi nel momento del bisogno”.
Conclude il Sindaco di Valsamoggia Daniele Ruscigno: “L’associazione sarà certamente un importante punto di riferimento per il territorio ma io penso che potrà diventare un esempio anche per chi vorrà lavorare su questi temi anche altrove. Intanto il primo punto informativo sarà a settembre, all’interno dell’iniziativa rivolta ai giovani organizzata dalla Proloco di Monteveglio. Oltre a questa ci sono tanti progetti in nome di Chiara. Il primo che posso anticipare è un triangolare di calcio grazie alla collaborazione del Bologna Legend e del club Monteveglio Rossoblù e i cui introiti andranno a favore dell’associazione. Tutti i dettagli saranno disponibili non appena possibile”.