Il deserto sembrava avanzare nelle nostre vite, il silenzio che si ascoltava all’inizio della quarantena, così abituati al rumore del nostro insensato vivere, ci appariva tetro e malinconico.
Eppure era così piacevole sentire il mondo vivere senza l’intrusione umana.
Le strade erano lingue d’asfalto smarrite lasciate crogiolare al sole.
La primavera cominciava a sbocciare ed abbelliva, come più le piaceva, quello che l’uomo, senza chiedere permesso, gli aveva gravato sopra.
Ma lei riusciva lo stesso ad uscire e nel momento più buio per l’essere umano dava nuova vita alle sue opere.
Foto di Enrico Pasini