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Una passeggiata in Valsamoggia -5

Camminando per via Volta

Quante volte l’aveva pedalata via Volta. In realtà neanche tante, ma via Volta basta farla una volta da qualunque versante perché ti entri nel cuore e ti rimanga nelle gambe.

Camminavano dall’uscita del sentiero verso Sud, verso Castelletto, la pace regnava incontrastata e neanche un’auto passava accanto a loro. Erano i padroni della strada in quel tratto di crinale che aveva preso il nome di Pignoletto, l’unico vitigno autoctono del bolognese.

La strada taglia in due la collina, la cavalca, in quel tratto è piana, pochi sali e scendi facilmente affrontabili, alla loro sinistra la Valsamoggia, la Bersagliera, Ziribega, Castelletto dall’altra il modenese, Savignano, Mulino, Magazzeno.

È incredibile come una strada possa cambiare in base al mezzo con cui la stai percorrendo. Più comodo è il mezzo più veloce vai, più ti sembra corta. La velocità però ti fa perdere tanti particolari, lui lo aveva già notato in bicicletta, con le strade che normalmente affrontava, sia in auto, che sui pedali, e lo stava notando ancor di più a piedi, su quel crinale che quando lo affrontava in bici era la fine di immani sofferenze.

Per arrivare su quel crinale bisogna salire e ovunque si salga in via Volta la fatica è immane.

Una volta aveva percorso tutti i versanti in giornata, era salito dalla parte forse più tenera, quella di Castelletto, se si può dire così, era sceso da Invernata e salito dalla parte più dura, da Monteveglio, un vero e proprio muro che solo degli asini possono scalare, e lui lo era, anzi lo è ancora, era sceso da Castelletto ed era salito da Campomaggiore fino al Tenente, lì dove c’è un muro all’altezza dell’azienda vinicola che fa impallidire i pavè fiamminghi, scendendo poi da Monteveglio e andando alla Tagliolina per salire dall’ombrosa e rude Invernata, con quel tratto in cemento da alti pirenei.

In bici spesso aveva notato particolari che in auto non vedeva, eppure nonostante la bassa, obbligata, velocità con cui aveva pedalato per via Volta molti splendidi particolari non li aveva mai notati.

Non aveva mai notato lo splendido podere San Michele, alla curva dove la strada prima scende dolcemente poi altrettanto dolcemente risale, non  aveva mai notato il loro invito alle degustazioni e la voglia di bere un buon bicchiere di frizzante Pignoletto aumentò.

Non aveva mai notato come si vedesse bene MonteBudello, con la sua Chiesa e i suoi agriturismi e non aveva mai notato quella villa davanti all’incrocio con l’Invernata, non aveva neanche mai notato che era in vendita, e non aveva notato la scritta che campeggiava sul muro lato strada.

“L’agricoltore avaro non fu mai ricco.”

Chi non riesce ad essere generoso come la terra che lo ospita non sarà mai ricco.

Lei rimase divertita da quella scritta, e quella villa, sicuramente da ristrutturare in parte, ma ancora ben tenuta con un ampio giardino e chissà anche con del terreno, era molto attraente.

Se non fosse che avevano già comprato forse un pensiero l’avrebbero fatto. Ma erano contenti così, tutto scorreva liscio come quella camminata che ora li aveva portati al Tenente e al cartello di fine di Pignoletto a scendere verso Castelletto.

Lui camminava qualche metro avanti, lei lo guardava assorto nei pensieri, prese il cellulare e gli scattò un paio di foto.

Lui non se ne accorse, guardava la strada scendere vertiginosamente e sparire tra le vigne della collina affianco. Pensò a quanto può essere lunga una strada e quanto sia bello non sapere quanto lo sia, ma che l’unica cosa importante era di avere un buon compagno di viaggio. Perché star soli ogni tanto è anche bello, ma da soli non si arriva mai da nessuna parte.

Si fermò e l’aspettò, si baciarono e continuarono a scendere verso il Rio Orsello e Castelletto. Arrivarono all’incrocio dopo aver visto l’ultimo papavero solitario sbucare in mezzo al grano ancora verde, come a salutarli, come ad indicare la via.

Erano a Castelletto, via Volta era stata più lunga del previsto ma anche molto più bella di quanto si aspettassero. La fatica cominciava a sentirsi e la voglia di Pignoletto era stata soppiantata da quella di una bella birra ghiacciata. Il bar a Mercatello era laggiù in fondo alla strada. Allungare qualche centinaio di metri non sarebbe stata la fine del mondo, e per una bella Birra ghiacciata sarebbero arrivati anche fin su al Castello!

 

Foto di Enrico Pasini

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