…attraversando il calanco, attraversando la storia…
Quel calanco è tutta la storia della nostra terra.
Quante epoche ha attraversato, quanta acqua ha visto scorrere, quanta acqua ha visto scomparire, quanto calore ha assorbito, quanta ghiaccio lo ha oppresso e quanto sole lo ha liberato.
Camminavano con delicatezza sul sentiero che lo attraversava, lui guardava per terra, chissà mai se con bel po’ di fortuna non vedesse un fossile, lei davanti testa alta passi corti ma ben decisi, si sentiva improvvisamente libera e forte. Una sensazione di potenza che spazzò via nell’aria delicata di inizio giugno quel senso di inadeguatezza che l’aveva presa a guardare il calanco dall’alto della torre.
Si fermò e si voltò, aprì le braccia e si fece avvolgere dal vento in un tenero abbraccio, lui la guardò e si accorse ancora una volta di quanto fosse bella, la voleva raggiungere ma lei rise e scappò.
Arrivò al punto in cui il calanco si fa pari e colorato, dove vecchio ferro spegne il grigio dell’argilla e accende di rosso rame l’antica terra. Salì su una panchina e guardò verso est, ecco Zappolino, ecco da dove erano partiti, sembrava così vicino eppure erano già passate tre ore cammino. Calmo cammino, rilassante cammino che non li aveva stancati, almeno fino a quel momento.
Anche alla panchina lei non si fece raggiungere, ridendo si incamminò verso la scalinata che scalava il calanco. Vi erano altri sentieri segnati e indicazioni chiare su dove andare. La tentazione di seguirli era grande ma riuscirono a tenere salda l’idea iniziale.
Mentre lui fotografava i colori contrastanti ed incredibili di quella fine primavera, con il verde dei campi a far da sfondo al grigio dell’argilla incorniciato dal giallo acceso delle ginestre, lei saliva la scala, un passo per scalino fino alla prima curva, lì si fermò con un po’ di fiatone, lo aspettò. La prese per mano e insieme proseguirono il breve tratto di salita che rimaneva.
Arrivarono in Via Volta in quella strada che lui conosceva molto bene, in quel luogo che a lui faceva venire voglia di una bottiglia di vino.
Arrivarono a Pignoletto e si incamminarono verso sud, verso Castelletto.
Foto di Enrico Pasini