VERGATO: Donati 5 mila euro al Centro diurno “Rino Nanni”

Una signora ha lasciato in eredità la cifra che consentirà alla struttura, gestita dall’Istituzione servizi sociali educativi e culturali dell’Unione dell’Appennino bolognese, di acquistare un mezzo di trasporto per gli anziani

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Nella volontà è stata esplicita: 5 mila euro per il Centro diurno “Rino Nanni” di Vergato! E’ quanto ha voluto lasciare Tina Bottoni, una signora residente nel comune appenninico e scomparsa nel 2020, che ha dato disposizione ad una amica di consegnare la somma alla struttura gestita dall’Istituzione servizi sociali educativi e culturali dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese. La signora Tina, in passato, è stata una degli ospiti del “Rino Nanni” e ha vissuto in prima persona sia dei servizi svolti all’interno sia dell’assistenza a domicilio quando l’emergenza sanitaria ha ridotto le attività del Centro diurno. Una riconoscenza che la donna ha voluto concretizzare disponendo il lascito.

La cifra ricevuta contribuirà all’acquisto di un mezzo di trasporto per gli anziani che ogni giorno vengono accompagnati al centro e svolgono diverse attività, grazie al lavoro degli operatori.

Il “Rino Nanni” è un centro accreditato e normalmente ospita 15 persone, ma con le attuali normative e per garantire la massima sicurezza sanitaria ne accoglie 10.

Oltre alle attività conviviali agli ospiti sono garantiti i pasti quotidiani.

Aver ricevuto la donazione è stata, innanzitutto, una gradita sorpresa della quale siamo grati alla signora Tina e all’amica che ha eseguito le sue volontà. Inoltre, è stato importante perché permetterà al Centro diurno di procedere con l’acquisto del mezzo di trasporto, e infine, ci ha anche fornito una indicazione forte sul servizio che i nostri operatori svolgono nei confronti dei nostri ospiti. Un’attività non solo assistenziale, ma anche di compagnia in un momento particolare della loro vita dove scivolare nella solitudine è facile soprattutto in un periodo di restrizioni come quello che stiamo vivendo”, ha spiegato Giuseppe Argentieri, presidente Istituzione servizi sociali educativi e culturali dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese.

 

 

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