Vergato rinsalda il sentimento di amicizia con il popolo brasiliano nel ricordo dei “pracinhas”, i giovanissimi soldati caduti nei combattimenti contro le armate tedesche. La delegazione brasiliana ha dato appuntamento all’anno prossimo, quando, in occasione delle celebrazioni per il 75 anni dalla vittoria contro i nazifascisti, non esclude la presenza in Italia del presidente Bolsonaro
Una delegazione dell’Ambasciata del Brasile in Italia è stata ieri Vergato per commemorare la battaglia di Castelnuovo, combattuta dalla Forza di spedizione brasiliana nella primavera del 1945. Erano presenti il Colonnello Ricardo Augusto do Amaral Peixoto, Addetto Militare del Brasile, che ha annunciato che presto rientrerà in patria, presentando il suo connazionale che prenderà il suo posto, il Colonnello André Luiz dos Santos Franco, futuro Addetto Militare.
Si è trattato di una commemorazione che ha anticipato quelle che, nel 2020, celebreranno i 75 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, per le quali i militari hanno promesso di tornare con una delegazione più numerosa, senza escludere la presenza dello stesso presidente della Repubblica Jair Bolsonaro.
«Condividiamo con grande piacere questa giornata con gli amici brasiliani della FED» ha detto il sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri che ha accolto la delegazione. «Oltre a parlare di pace e solidarietà ci tengo a sottolineare l’altruismo di questi giovanissimi ragazzi venuti a combattere e morire per noi. Se penso alla società attuale e alle nuove generazioni, mi viene da dire loro di essere altruisti, perché il mondo di oggi ne ha davvero bisogno. E non c’è nulla di più altruistico che mettere a rischio la propria vita per il bene comune».
Dal canto suo il colonnello Peixoto ha ricordato il rapporto tra i cittadini dell’Appennino e i brasiliani, che spesso in quei mesi tra il novembre 1944 e la primavera 1945 vennero ospitati e sostenuti dalle famiglie. «Quella di oggi è una giornata dedicata al ricordo di tutti coloro che hanno combattuto per la giustizia e la libertà in Italia e in Europa, e in particolare al ricordo delle truppe brasiliane» ha spiegato ai presenti.
La mattinata ha avuto inizio a Vergato, nel palazzo Municipale, alla presenza della Banda “Giuseppe Verdi” di Riola, con l’accoglienza delle autorità dell’Ambasciata del Brasile e un omaggio a loro riservato. In seguito la delegazione ha deposto delle corone in ricordo dei caduti brasiliani nei pressi dei cippi a Boscaccio, Precaria, presso il monumento di Castelnuovo e quello di Cereglio.
A Precaria c’era anche la signora Iolanda Maratta, classe 1934, arrivata in auto da sola lungo le impervie stradine che conducono al monumento perché non voleva in alcun modo perdersi la ricorrenza: ha anche offerto ai presenti dei dolci preparati da lei. Iolanda aveva dieci anni quando arrivarono i brasiliani, e quei soldati li conobbe bene perché alcuni di loro furono ospitati dalla sua famiglia. Quella guerra le portò via, durante un bombardamento, la sorella diciassettenne, eppure la signora ricorda con un sorriso soprattutto l’incontro con un Bandiera, un brasiliano di colore. «Era un giocherellone, mi faceva giocare. Non avevo mai visto dei neri prima, mi fece paura la prima volta che lo vidi. Arrivarono in dodici, il sergente e undici soldati, ma io mi nascosi dietro mia madre».
Per la popolazione di Vergato i 20 mesi fra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945 furono terribili. La battaglia di Castelnuovo avvenne il 5 marzo 1945: il borgo sul crinale rappresentava una posizione chiave delle difese tedesche. La sua conquista serviva per proteggere e facilitare l’attacco della 1° Divisione corazzata americana verso Vergato. Cosa che puntualmente avvenne: il 14 aprile Vergato fu raggiunto dalle truppe americane della Prima Divisione corazzata, sotto il fuoco dei cannoni e dei mortai tedeschi appostati sul Monte Pero, e liberato due giorni dopo insieme alle località circostanti.
Per liberare Castelnuovo la FED, la Forca Expedicionaria Brasileira, combattè duramente per tutta la giornata, segnando alla fine un successo importante per i “pracinhas”, i “soldatini”, così chiamati per la loro giovane età. Furono in tanti i giovani brasiliani a sacrificarsi tra il luglio 1944 e la primavera dell’anno successivo, in condizioni climatiche per loro proibitive e per le quali non erano adeguatamente equipaggiati.