VERGATO: Giacomo Galanda in visita alla Polisportiva F.lli Zanni

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Fra pochi mesi, il 3 luglio, ricorrerà il ventennale dell’oro italiano agli europei di pallacanestro. Di quella nazionale, Giacomo Galanda era il capitano. Non che quella magica sera, sul suolo francese, si sia consumato l’unico momento di gloria per il nostro Gek: agli europei vanta pure un argento ed un bronzo, come un argento olimpico ad Atene 2004. Naturalmente è stato campione d’Italia, tre volte, con le maglie di Varese, Fortitudo Bologna e Siena, senza contare altri trofei. Poco prima della citata Atene, la nostra nazionale sconfisse nientemeno che il dream team U.S.A. a Berlino, vincendo contro campioni come Allen Iverson, Stephon Marbury e futuri dominatori del calibro di Lebron James, Carmelo Anthony e Dwyane Wade. Gek ne mise 28.

 

Il Galanda di oggi è un uomo sul cui viso si nota appena il trascorrere del tempo, imponente nei suoi 2 metri e 10, dal fisico ancora magro. La Polisportiva Giovanile Vergatese Fratelli Zanni ha avuto il piacere di ospitare Galanda, arrivato da noi grazie all’amicizia fra lui ed il nostro coach Saša Pavlovič, amicizia nata a Pistoia, dove Saša allenava e vinceva con le giovanili e Giacomo chiudeva la carriera per poi diventare dirigente. Accompagnato dalla famiglia, la moglie Alessia ed i splendidi due figli – una femmina e un maschio, Gek ci ha subito colpito per la sua “eccezionale normalità”. Sia nel dialogo con i dirigenti ed  allenatori, con i genitori venuti anche per avere notizie sui suoi Gek Galanda Camp, con chiunque volesse una foto o un autografo.

 

 

I giovani atleti ed atlete in palestra avevano gli occhi che brillavano, si davano di gomito facendo notare quanto Gek fosse alto e lui scherzava con qualche ragazzo o ragazza visibilmente imbarazzati. Vedere queste emozioni semplici, essere testimoni di una cosa così bella – nella sua quesi banalità – ci ha riempito il cuore.
A cena con la famiglia e i dirigenti, Galanda con la sua voce profonda e sempre tranquilla, è stato amabile conversatore, attento ascoltatore dei nostri problemi, progetti e desideri, dispensatore di gustosi aneddoti di ogni tipo sulla sua carriera, sui coach come Tanjevič e Messina. Diventato anche consigliere federale della F.I.P. ma “non allineato” – dice lui, ci ha spiegato il suo punto di vista su molti argomenti che toccano direttamente una piccola realtà cestistica come la nostra, apparendo di assoluta sincerità, forse l’unico modo che conosce di comportarsi.

Ci siamo salutati con la promessa di rivederci, in qualche modo collaborare e noi possiamo solo ringraziarlo, assieme a coach Pavlovič, per averci dedicato tempo e fatto felici noi e i tanti ragazzi accorsi in palestra. Grazie, capitano!

Timothy Fini 

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