Il tornante provisorio
Ammontano a complessivi 380 mila euro i finanziamenti per i lavori di sistemazione della strada provinciale 25 che conduce da Vergato a Zocca. Di questi, 260 mila euro sono stati approvati dalla Regione Emilia-Romagna tramite il Piano degli interventi per il superamento delle situazioni di criticità dovute alle eccezionali avversità atmosferiche degli anni scorsi.
I lavori riguardano riguardano in particolare la sistemazione e il consolidamento tramite un’opera di sostegno della scarpata stradale franata intorno al km 3,700. La frana aveva costretto i tecnici della Città metropolitana a intervenire con una pista alternativa che aveva consentito di mantenere aperta la strada seppure a traffico alterno, con un semaforo provvisorio, e con l’esclusione dei mezzi più pesanti.
Tali risorse si sommano a quelle rese disponibili dallo Stato con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 maggio, che invece sono volte a risolvere un altro problema sulla stessa provinciale, quello della caduta massi all’altezza del km 5, per ulteriori 120.200 euro.
I tempi di realizzazione degli interventi, che saranno attuati dalla Città Metropolitana di Bologna, sono previsti entro il 2018.
Il sindaco di Vergato Massimo Gnudi ha dichiarato di essere molto soddisfatto per questo stanziamento di risorse, sottolineando come fosse necessario risolvere criticità presenti da diversi anni, ma che si erano aggravate negli scorsi mesi di febbraio e marzo a causa di pioggia e neve. Il primo cittadino vergatese ha poi ricordato come la strada “Vergato-Zocca” sia di estrema rilevanza per l’Appennino bolognese, visto che collega la statale 64 “Porrettana” con altre due arterie fondamentali come la provinciale 623 del “Passo Brasa” e la provinciale “Valle del Lavino”.
“Come amministrazione comunale abbiamo tenuto contatti frequenti e costanti per risolvere una situazione perdurante da diverso tempo, che ha determinato difficoltà per i residenti e per le attività economiche di una zona dell’Appennino di vaste proporzioni” ha spiegato Gnudi. “A questo punto devo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile individuare questa soluzione: la Regione Emilia-Romagna, la Città Metropolitana e l’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese”.