VERGATO: Una giornata di cultura dedicata a Loriano Macchiavelli

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L’ultimo appuntamento della rassegna “Incontri tra le pagine”, organizzata e promossa dall’associazione 440Hz, in collaborazione con il Comune di Vergato e l’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, ha visto protagonista l’autore che certamente può vantare di essere il papà del noir di Bologna e non solo.

Creatore dell’indimenticabile ispettore Sarti Antonio, ma anche autore di opere di forte denuncia sociale quali “Strage” e “Noi che gridammo al vento”, Loriano Macchiavelli ha onorato vergatesi e non della sua presenza, in una giornata tutta dedicata al suo percorso letterario ed alla scrittura in genere, ricevendo la cittadinanza onoraria presso la Sala Consiliare, dove lo scrittore ha narrato divertenti aneddoti di inizio carriera e di come ha mosso i primi passi in una Bologna che ha avuto il coraggio di raccontare, osservandola in maniera più profonda e decisamente diversa da com’era presentata fino a quel momento, svelando aspetti certamente più scomodi, senza però mai nascondere il profondo amore verso la città che l’ha accolto e protetto nel migliore dei modi, plasmando in parte il suo modo di narrare storie reali che ancora molti, oggigiorno, tendono o preferiscono dimenticare.

Massimo Gnudi, sindaco di Vergato, nel suo intervento

 

Nel pomeriggio, Loriano ha proseguito i ricordi della sua vita, dialogando con l’amico di sempre Marco Tamarri e potendo contare sulla partecipazione ed il sostegno di due grandi amici e collaboratori, quali Marcello Fois, sceneggiatore dell’indimenticabile pellicola dedicata alla tragica scomparsa della giornalista Ilaria Alpi e, naturalmente, il cantautore e compagno di avventure letterarie in Appennino, Francesco Guccini.

Un pomeriggio trascorso nella sala della biblioteca comunale, all’insegna della letteratura, tra gli sguardi di un pubblico attento ed affezionato ai tre protagonisti, che non hanno mai mancato di scherzare fra loro su ciò che li ha visti coinvolti, sulle opere realizzate insieme, passando dalla genesi dell’ormai famosissimo Gruppo Tredici e la comprensibile timidezza di Fois nell’avvicinarsi a quello che era già un maestro della letteratura di genere, alla nascita della collaborazione tra Guccini e Macchiavelli, tra incontri enogastronomici a Pavana e l’idea di raccontare l’Appennino attraverso le gesta dell’ormai noto Poiana, tingendo di giallo e mistero le affascinanti montagne di un territorio vasto e ricco che, anche per merito di Loriano e Francesco, ha potuto essere ulteriormente valorizzato e visitato da centinaia di turisti ogni anno.

Non sono mancate ovviamente le riflessioni su come sia cambiata la realtà letteraria odierna, facendo i nomi (Volo e Moccia in testa a tutti) di chi ha un enorme successo di vendite, ma è quanto di più lontano dalla vera capacità di scrittura e Marcello Fois è stato chiaro nell’esprimere il concetto di trovarci in un paese che ha opportunità che gli altri non hanno e come le stesse non vengano sfruttate nel migliore dei modi o non vengano considerate affatto.

Considerazioni amare, ma terrbilmente veritiere, che l’autore ha condito di ironia, facendo comunque riflettere su quanto sia importante per il mestiere dello scrittore che il suo pubblico in primis possieda la non scontata e facile capacità di saper distinguere il prodotto che ha davanti, vincendo una pigrizia intellettuale dilagante, per favorire quindi una vittoria personale e la voglia di conoscere vicende che devono rimanere nella coscienza collettiva, senza girare lo sguardo dall’altra parte o liquidarle con una semplice risatina o un commento fuori luogo.

Un mestiere non facile, quello dello scrittore, perché proprio di un vero e proprio mestiere si tratta, anche se viviamo in un paese dove ancora si pensa che dire ad uno scrittore che scrive bene è fargli un complimento, mentre non è altro che il minimo sindacale per chi vuole cimentarsi in questo percorso, con rispetto verso sé stesso ed i lettori.”, ha commentato Fois, suscitando lunghi applausi di stima del pubblico.

Stima reciproca e quasi palpabile anche tra i tre amici autori, che non hanno mancato di incoraggiare gli aspiranti giovani autori del futuro, senza inutili competizioni, ma seguendo regole ben precise e naturalmente alimentando la passione per raccontare storie e permettere a chi legge di dare una visione diversa delle cose.

Quasi al termine dell’incontro, inoltre, Franca, la moglie di Loriano, ha stretto un profondo nodo alla gola dei presenti, leggendo il frammento di un brano sulla vita da soldato in Africa del giovane padre di Loriano, nell’oscura epoca fascista.

 

Parole impresse nella memoria di tutti, nella speranza che tempi e ideologie simili non possano più prendere piede, anche se i timori attuali sono purtroppo fondati, tra episodi di intolleranza e disprezzo per le opinioni altrui e gli inalienabili diritti dell’uomo.

Tra gli indimenticabili nomi di Magnus, Bonvi, Pazienza e tanti altri vignettisti e disegnatori che hanno collaborato con Macchiavelli, l’ultimo appuntamento della rassegna culturale vergatese si è poi chiuso in un lungo e commosso applauso a Loriano, che, con gratitudine si è poi intrattenuto con la gente, assieme agli amici e colleghi di penna, firmando copie e chiacchierando amabilmente, con l’umiltà e l’umanità che chiunque voglia lasciare una profonda eredità al pubblico, attraverso le sue opere, non può non possedere.

 

Foto di Fabrizio Carollo

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