Parte nel Comune di San Benedetto Val di Sambro in questi giorni un corso di italiano finanziato dal fondo europeo F.A.M.I.(Fondo asilo migrazione e integrazione). Si tratta di una serie di lezioni di alfabetizzazione per stranieri organizzati da Alessandro Borri, per conto del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti dell’Appennino. Si tratta di una quindicina di lezioni di tre ore l’una che si terranno al mattino nella biblioteca comunale “Gastone Stefanini” di San Benedetto, fino a fine a febbraio.
La novità di questa iniziativa è che insieme ad ACLI Bologna il Comune di San Benedetto offrirà ai partecipanti al corso, e in particolare alle donne, un servizio di assistenza ai bambini. L’idea infatti nasce dalla consapevolezza, da parte dell’amministrazione comunale, che spesso le donne straniere non riescono a partecipare a questi corsi perché devono occuparsi dei figli non ancora inseriti nel percorso scolastico. Ovviamente il servizio è esteso a tutte le famiglie del territorio, con l’idea quindi che possa nascere un gruppo di bambini, guidati da un educatore messo a disposizione dall’Acli, che favorisca la socializzazione e l’integrazione. I bambini saranno ospitati nell’ala della biblioteca dedicata ai più piccoli.
Come osserva Filippo Diaco, presidente delle Acli di Bologna, «La ricerca delle Acli sul tema dell’occupabilità femminile ha evidenziato come il livello di conoscenza B1 dell’italiano sia uno dei requisiti considerati determinanti dalle aziende per l’assunzione. Ecco perché è importante che queste donne migranti possano frequentare i corsi». Proprio per risolvere questo problema dunque le Acli hanno attivato un servizio di conciliazione dei tempi di formazione e di vita, mettendo a disposizione un’educatrice per i bambini delle allieve. «Affianchiamo il Comune di San Benedetto con tale servizio, perché il fatto che queste donne imparino la lingua le aiuterà a trovare lavoro e, di conseguenza, a raggiungere l’indipendenza economica, con le conseguenze positive del caso sul loro benessere, quello dei figli e della società tutta» conclude Diaco.
A occuparsi dei bambini sarà un’educatrice che ha partecipato al progetto di inserimento lavorativo svolto dalle Acli proprio a San Benedetto nei mesi scorsi: in questo modo sono integrate due esperienze, per dimostrare che attività svolte in tema di occupazione femminile portano a conseguenze positive concrete. Inoltre, se la partecipazione di altre famiglie del territorio sarà apprezzabile, il Comune valuterà la possibilità di studiare un progetto stabile, da dedicare ai bambini piccoli ed alle loro famiglie. Sino ad oggi infatti tale attività non si è concretizzata proprio per la mancanza di un numero minimo di adesioni, necessario per l’erogazione del servizio.