E’ in corso, fino al primo settembre, sull’Appennino bolognese la settimana di incontri tra 40 giovani europei, 20 italiani e 20 provenienti da Austria, Germania, Kosovo, Romania, Polonia, Slovenia e Spagna.
Si tratta della prosecuzione del progetto EU2BE realizzato grazie alla collaborazione tra la Scuola di Pace di Monte Sole e l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. “L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Da cui consegue immediatamente l’articolo 2 che afferma che “ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Sembra evidente che la non discriminazione sia la base fondante della convivenza e che quindi vada promossa, garantita e tutelata. In particolare, questa tutela e questa promozione risultano ancora più rilevanti se la società aspira a definirsi una società solidale e democratica. Abbiamo pensato dunque che lavorare e favorire l’attivismo su questo centrale argomento possa essere un buon modo per valorizzare la cooperazione tra la nostra istituzione e il lavoro che porta avanti l’Assemblea Legislativa da ormai lunghissimo tempo”, racconta Simone Fabbri, presidente della Scuola di Pace.
A organizzatori e partecipanti al progetto arrivano saluto e sostegno della presidente dell’Assemblea legislativa regionale Simonetta Saliera: “Dobbiamo imparare a riconoscere agli altri gli stessi diritti che vogliamo siano riconosciuti a noi: lavoriamo – spiega – per favorire la nascita di una coscienza critica e indipendente da parte dei ragazzi e delle ragazze che parteciperanno al progetto”.
Il nucleo del percorso educativo che viene sviluppato alla Scuola di Pace è chiaramente il lavoro sulla storia e sulla memoria degli eccidi di Monte Sole. La conoscenza storica dei processi, degli eventi e dei protagonisti del 1944 serve come stimolo per una riflessione profonda sui meccanismi che a quegli accadimenti hanno portato. Non solo. L’idea è quella di offrire uno spazio e un tempo idonei al confronto per non dare per scontati molti concetti e definizioni legati all’idea di accoglienza e solidarietà. L’idea è quindi anche di offrire la possibilità a giovani provenienti da differenti background culturali e politici di confrontarsi sui reciproci stereotipi e pregiudizi, così spesso riprodotti e rafforzati, sviluppando la consapevolezza della loro arbitrarietà e una possibilità di cambiamento. La tolleranza e il dialogo si scontrano costantemente con un grande sentimento di smarrimento e paura continuamente alimentato dalla politica e dai mezzi di comunicazione di massa, sentimenti che portano a non aprirsi all’esterno ma anzi a chiudersi a riccio nei confronti dell’altro e del “diverso”. E questo rischia di rappresentare quasi un’implosione del concetto stesso di Europa.
“La collaborazione con il Centro Europe Direct dell’Emilia-Romagna ci può aiutare proprio a sviluppare questi ragionamenti in un cornice più ampia, senza focalizzarsi solo sul proprio minuto contesto ma aprendo il dialogo e la cornice di riferimento”, commenta Stefano Merzi, uno degli educatori della Scuola di Pace. “Inoltre, la Scuola di Pace è da diversi anni parte del Centro regionale contro le discriminazioni e attraverso il lavoro di questa rete abbiamo trovato dei partner importanti che arricchiranno il nostro programma: il CESD – Centro Europeo Studi sulla Discriminazione e il laboratorio serigrafico di Else Edizioni. Vogliamo che la nostra riflessione non resti solo un bel discorso ma vogliamo proporre un nuovo sguardo su questo tema anche a chi ci circonda e per questo proveremo a mettere all’opera tutta la nostra creatività e la nostra voglia di cambiamento per costruire una campagna europea contro la discriminazione”.