In una lettera inviata il 28 febbraio al presidente della Regione Bonaccini, Romano Franchi, presidente dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, chiede un incontro urgente con i vertici regionali anche a nome dell’Unione dei comuni Savena-Idice e dell’Unione dei comuni Reno Lavino Samoggia che hanno deciso di presentare una comunicazione univoca visto che i temi sono condivisibili. Le spese legate al maltempo stanno superando quanto i comuni avevano previsto, anche perché questa stagione sarà ricordata per essere stata molto “clemente” con la la pianura e aver colpito in duramente i rilievi sopra i 500/600 metri.
Le difficili condizioni meteorologiche, ben oltre le consuetudini, hanno infatti messo in difficoltà un territorio già abituato a convivere con il freddo e la neve: una nevicata straordinaria a novembre, che ha costretto i comuni a pulire le strade oltre che dalla neve anche da ramaglie, vegetazione, foglie e provvedere al taglio di piante pericolanti; poi un vento senza precedenti a inizio dicembre che ha scoperchiato case e capannoni; infine questo febbraio e inizio marzo che sta costringendo agli straordinari i mezzi spalaneve a disposizione degli enti locali.
Senza contare che i sindaci sono stati in prima linea nell’assistere la popolazione colpita dalle interruzioni ai servizi elettrici e idrici (che per fortuna in questi ultimi giorni sono stati molto limitati).
“La situazione idrogeologica si è aggravata” scrivono i sindaci “nuove frane si sono mosse e altre minacciano i nostri territori. Anche il gelo siberiano di questi ultimi giorni ci ha costretti a prevedere ulteriori straordinari per i nostri operatori che garantiscono la viabilità, senza contare che appena la neve si scioglierà dovremo fare i conti con il dissesto del fondo stradale e, come detto, le frane”. Nella lettera si ricorda poi come le elezioni previste in inverno non consentono ai comuni di tirare il fiato, perché “garantire il diritto di voto vuol dire anche non risparmiare nemmeno un euro per garantire la pulizia di strade e marciapiedi da neve e ghiaccio”.
I comuni chiederanno pertanto che la Regione Emilia-Romagna si attivi per stanziare fondi di emergenza che mettano in salvo la programmazione economica 2018, che altrimenti avrebbero grosse difficoltà a gestire, per garantire i conti.
“I nostri concittadini sono abituati a tirarsi su le maniche e darsi da fare senza lamentarsi troppo, però a questo punto l’orgoglio non basta più” conclude la lettera “abbiamo davvero bisogno del sostegno di tutta la popolazione regionale, anche e soprattutto di quella che per fortuna non ha conosciuto queste difficoltà. Quest’estate per fortuna la popolazione emiliano-romagnola soffrirà meno la siccità che in passato, ma se vogliamo preservare il territorio e frenare lo spopolamento dobbiamo fare qualcosa di concreto per sostenere le popolazioni che lo custodiscono”.
Condivido quanto scritto dall’Unione, con un solo appunto : Pulire boschi di proprietà sui margini stradali ed anche, almeno per 15-25 metri all’interno, richiede un iter burocratico al limite dell’assurdo . Non sarebbe il caso che le proprietà inviino una comunicazione in carta bianca o via e-mail alle rispettive Amministrazioni Comunali dei lavori di ripulitura, potatura o abbattimento ? E questo anche in aree all’interno del Parco del Corno alle Scale . Faccio presente che una delle cose più irritanti per un cittadino è soggiacere ad iter burocratici assurdi che fanno perder tempo e soldi . Che un Governo arrivi a emanar una legge che consenta di sostituire gli infissi di una casa senza : progetti, domande, studi professionali, balzelli, marche da bollo ed altro ancora la dice lunga come le burocrazie comunali si siano incartate in un mondo alieno alle quotidiane necessità dei cittadini . Le 58 attività in ambito “edilizio” senza tutta quella trafila è solo la punta di un iceberg burocratico-demenziale quotidiano .