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A Riola di Vergato nascerà un nuovo museo e centro studi dedicato a Alvar Aalto

A distanza di quasi mezzo secolo dalla costruzione della chiesa di Riola di Vergato, progettata dall’architetto finlandese Alvar Aalto, l’Amministrazione Comunale di Grizzana Morandi ha presentato il progetto del Museo e Centro Internazionale Alvar Aalto: uno spazio di oltre 1250 mq più sette ettari di aree verdi, con un corpo espositivo di 400 mq distribuito su due livelli, presso la Meeting Hall dell’ex Centro Tamburini di Riola – in prossimità del fiume Reno. La struttura ospiterà la vastissima documentazione di archivio relativa alla complessa progettazione e realizzazione della Chiesa. Oltre alla documentazione pubblica, oggi distribuita tra la Fondazione Giacomo Lercaro a Bologna, la Alvar Aalto Foundation a Jyvaskyla e l’Istituto Alvar Aalto di Pino Torinese, il Museo raccoglierà e renderà fruibili ai visitatori gli archivi privati a oggi non consultabili, come quelli della famiglia Tamburini, degli architetti Giorgio Trebbi, Glauco Gresleri, Giuliano Gresleri e Federico Marconi già collaboratore dello studio del maestro Alvar Aalto, del geometra Ottorino Gentilini e di altri professionisti che parteciparono alla realizzazione dell’opera. Il Museo accoglierà inoltre scritti originali di Alvar Aalto e di sua moglie Elissa, che con lui lavorò alla progettazione della chiesa, lo scambio epistolare tra l’architetto e il Cardinal Lercaro, campioni di materiali, diapositive, fotografie e tavole originali.
Il Museo nasce in quella che fu la sede del Centro ricerca voluto da Mario Tamburini, oggi proprietà della Fondazione Carisbo, in cui per mezzo secolo studiosi da tutto il mondo arrivarono a vedere prototipi di edilizia innovativa: da quella residenziale, come le grandi strutture architettoniche in corso di realizzazione in territorio bolognese, alle Torri di Kenzo Tange, al Padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier.
Il Museo intende infatti configurarsi come centro propulsore di un percorso di valorizzazione dell’intera vallata del Reno, andando ad aggiungersi ad altri gioielli paesaggistici e architettonici dell’area – uno su tutti, la Rocchetta Mattei, da anni principale meta di turismo nella zona: tra arte, didattica, attività sociali e momenti di aggregazione, il Museo si aprirà alla comunità e al turismo, promuovendo lo scambio, la socialità e l’arte.
Facendo tesoro dell’insegnamento di Aalto, nella direzione dell’interazione e dello scambio tra architettura e paesaggio, verrà istituito un premio internazionale a scadenza quadriennale che prevederà la realizzazione di opere a grande dimensione (ad esempio di Land art e studio della Luce) che si rapportino con l’intera vallata. Il premio affiancherà l’Agritecture & Landscape Award inaugurato in Italia nel 2015, connotandosi diversamente nel rapporto tra Architettura e Arte nel Paesaggio e avendo come referente il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Sarà l’architetto Lorenzo Gresleri ad assumere la direzione tecnica del Museo, mentre la curatela delle mostre, degli eventi culturali e sociali con valutazione delle opere permanenti e temporanee sarà affidata a Raimonda Zizzi Bongiovanni.
In sinergia con i gruppi culturali che operano nell’alta Valle del Reno, il museo Casa Morandi, la Rocchetta Mattei, il Museo degli allievi di Giorgio Morandi nei Fienili del Campiaro tutti in Grizzana Morandi, le manifestazioni musicali ormai riconosciute come fenomeno mondiale a Porretta Terme, la presenza degli Scavi archeologico di Misa e del Museo Guglielmo Marconi, il nuovo Centro –  che nasce accanto all’opera di Aalto, quasi sua continuazione –  intende aprirsi a una sperimentazione consociativa delle arti che già quasi spontaneamente si manifesta nei territori della Valle.

 

Un po’ di storia
L’8 dicembre 1965 si chiusero i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II, il concilio della seconda riforma cattolica, apertosi con la carezza ai bambini di Papa Giovanni XXIII, e un’onda di rinnovamento travolse anche la comunità di Riola di Vergato, immersa nella quiete dell’Appennino emiliano. Fu allora che l’ostinata volontà del Cardinal Giacomo Lercaro, moderato dell’assemblea conciliare, affidò al già famoso architetto finlandese Alvar Aalto il compito di progettare in quella vallata che ne era priva un edificio religioso che desse forma alle istanze di modernità, rinnovamento e ritorno all’essenza del messaggio evangelico che erano emerse con prepotenza durante il Concilio. La costruzione della chiesa di Santa Maria Assunta divenne realtà dopo 10 anni, grazie al coinvolgimento dell’intera comunità, che insieme a Stato, Curia, Enti locali e alla lungimiranza di un imprenditore illuminato, Mario Tamburini, resero possibile l’edificazione dell’unica opera italiana del grande maestro del movimento moderno.

 

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