CASTEL DI CASIO: L’orgoglio della divisa dei Carabinieri

In occasione della festa delle Forze Armate Vincenzo Puzzarini, 94 anni carabiniere in pensione, ha deposto la corona di fiori al monumento dei caduti di Badi, località di Castel di Casio

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“Sindaco posso deporre io la corona?” la domanda di Vincenzo Puzzarini al sindaco di Castel di Casio, Marco Aldrovandi che, di fronte alla richiesta, ha fatto “un passo indietro” e permesso al 94enne, carabiniere in pensione, di deporre la corona al monumento dei caduti a Badi, una località del comune dell’Appennino bolognese, compito che solitamente spetta alle istituzioni locali. “La vita di Vincenzo è un esempio di lealtà e attaccamento alla divisa dell’Arma dei Carabinieri, per questo e con orgoglio ho accettato molto volentieri la sua proposta”, ha dichiarato il sindaco di Castel di Casio, Marco Aldrovandi.

 

Marco Aldrovandi, sindaco di Castel di Casio, e Vincenzo Puzzarini

 

Vincenzo Puzzarini è nato a Badi il 17 maggio 1927 e, sin da ragazzo, ha sempre lavorato per aiutare al sostentamento della famiglia. Sono gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale e anche se Badi non è sul fronte caldo dei combattimenti, la popolazione ha vissuto nell’occupazione nazifascista della Seconda Guerra Mondiale, successivamente quelle americana e brasiliana. Erano tempi difficili la fame e la povertà costringevano le famiglie ad andar via dal territorio oppure a adattarsi in occupazioni legate alla presenza dei militari. Una condizione che ha portato Vincenzo a lavorare, così come altri ragazzi del paese,   prima per la Todt, l’organizzazione tedesca che costruiva nella zona del comune di Cantagallo e alle Piastre, verso il confine toscano, trincee, linee difensive e reticolati; poi per l’organizzazione americana o brasiliana, che consisteva nell’aiuto al vettovagliamento e al trasporto di ricambi, cibo, dai magazzini alle località dove erano accampati i soldati della forza di Liberazione.

 

 

In quegli anni è maturata in Vincenzo l’idea di arruolarsi e, a differenza di altri suoi coetanei, la scelta è ricaduta sull’Arma dei Carabinieri. I primi anni era di stanza in Puglia e in Sicilia, ai tempi di Salvatore Giuliano, lì si è specializzato nel servizio nell’Antimafia. Tornato in Toscana ha frequentato un corso da radiotelegrafista. Ha studiato il linguaggio morse e vissuto il passaggio dalle telescriventi al pc. Il suo compito era quello di trasmettere i comandi dalla sede Centrale dei Carabinieri alle stazioni del territorio. Ordini molto delicati e riservati soprattutto se si pensa al periodo in cui ha prestato servizio: i cosiddetti anni di piombo. Vincenzo è molto legato alla famiglia è sposato con Amedea da 62 anni alla quale tutte le mattine porta il caffè a letto. Ha due figli Roberto e Simona ed è un grande appassionato del ballo del liscio. “La partecipazione a manifestazioni come quella del 4 novembre o quella dell’12 novembre per i caduti di Nassirya sono, per mio padre, la giusta carica per continuare ad attingere un po’ di forza da infondere in questo corpo che ormai subisce l’assalto degli anni” ha dichiarato suo figlio Roberto Puzzarini.

 

 

 

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