Il consigliere forzista ha inoltre obiettato che i divieti toccheranno “inevitabilmente non solo aree cittadine, ma anche zone rurali, marittime e di vallata dove caminetti e stufe a legna risultano parte integrante delle abitazioni” e sottolinea che “non appare sufficientemente chiaro, inoltre, se il divieto valga anche per attività che normalmente utilizzano camini o forni a legna (ad esempio agriturismi, ristoranti o pizzerie)”.
Galli ha quindi chiesto che la Regione apra “al più presto un confronto con i soggetti interessati, in primis i Comuni, per valutare l’applicazione di correttivi alle limitazioni stesse come, per esempio, l’applicabilità del divieto solo agli impianti di nuova installazione”. L’esponente dell’opposizione ha incalzato infine la giunta a far sapere “se siano giunte lamentele, rimostranze, manifestazioni di dubbi e perplessità da parte dei Comuni”, e se, “a fronte di tali gravosi obblighi per le famiglie, la Regione abbia previsto forme di incentivazione adeguate, per quali somme e con quali tempistiche”.