A Pianaccio l’unico liquore che mi ricordo di aver visto in casa, sin da bambino, era una bottiglia di Alkermes di forma quadrata. L’uso di detto rosso liquore era quello di accompagnare un tipico dolce a base di ricotta. Gli altri ingredienti di detto dolce erano: cacao in polvere, zucchero, caffè e biscotti del tipo savoiardi ma un po’ più consistenti. Essendo ghiotto di tale dolce mi sono messo alla ricerca del suo retroterra storico. Considerando che la nonna aveva ereditato la ricetta in famiglia, madre e nonne, il tutto ci riporta, almeno, all’inizio del XIX secolo. Quello che mi aveva colpito era la particolare bottiglia dell’Alkermes. Le mie ricerche sono partite da lì scoprendo che è un antico prodotto della Profumeria ed erboristeria di Santa Maria Novella in Firenze. La parola Alkermes deriva dall’arabo e significa colore cremisi. Ebbene, tramite vari passaggi, l’Alkermes approdò a Firenze ove si produceva già nel XV secolo.
Troppo indietro rispetto agli altri due componenti: il cacao ed il caffè. Indagando un po’ ho scoperto che il cacao è approdato, sempre a Firenze, nel 1606 ed il caffè pochi decenni dopo. Il puzzle incominciava a comporsi, considerando, anche, che la ricetta definitiva dell’Alkermes fu formulata nel 1743 da Fra’ Cosimo Buccelli. Stante i continui commerci con il Granducato di Toscana nei secoli scorsi e che transitavano da Monteacuto delle Alpi e da Pianaccio, le carovane di muli, al ritorno, saranno state caricate, oltre che da varie mercanzie, da robusti vini toscani, qualche contenitore d’olio, di alcune bottiglie di Alkermes, di zucchero, di cacao e di caffè. La ricotta, rigorosamente di pecora era in loco, assieme ai biscotti, facili da confezionare. A questo punto vi erano tutti gli ingredienti per fare un dolce che non necessitasse di particolari attrezzi e neppure del forno. Dalle foto vedete una bottiglia, piccola, del famoso alkermes, del dolce con la parte più chiara al caffè e quella più scura al cacao.
Adesso che l’ho fatto me ne mangio una bella fetta accompagnandola con un vino adeguato. Buon appetito !
Ettore Scagliarini