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Calcio – Bologna: domenica l’esordio in casa per ritrovare gioco e certezze

Non c’è dubbio. La sconfitta con la Lazio lascia l’amaro in bocca per come è maturata, ma allo stesso tempo fa riemergere difetti congeniti della squadra guidata da Sinisa Mihajlovic, sia in difesa che in attacco. Vediamo però di fare chiarezza. All’Olimpico, finché i rossoblù hanno goduto della supremazia territoriale, causa l’espulsione del portiere avversario Maximiano, si è visto un bell’Undici equilibrato e propositivo tant’è che è riuscito a portarsi in vantaggio su calcio di rigore.

Quando però si è tornati alla parità numerica, per l’espulsione rimediata da Soumarou, la squadra è apparsa spesso in difficoltà e i biancocelesti sono cresciuti fino a raggiungere il pareggio e in seguito il vantaggio. La prima rete sarà pure figlia della sfortuna (il rinvio di Skorupski colpisce il compagno De Silvestri e la palla rotola in fondo alla porta) ma anche frutto del crescente pressing dei locali, mentre il secondo gol è merito di una giocata che solo i grandi campioni sanno fare: in mezzo alle trame rossoblù Milinkovic-Savic serve in verticale il cecchino Immobile e il gioco è fatto.

Ci soffermiamo sull’equilibrio poiché è lo stesso ricercato dall’allenatore dei felsinei sin dal match di Coppa Italia, rispolverando il più abbottonato 3-5-2. La vittoria (di misura) contro il Cosenza aveva confortato l’ambiente (era importate vincere per qualificarsi al turno successivo), ma allo stesso tempo aveva aperto a diversi interrogativi. Nella fase offensiva la squadra produce ma non finalizza. Per questo motivo Mihajlovic è tornato all’antico buttando alle ortiche tutta la preparazione estiva fatta con il 3-4-1-2. La squadra non aveva retto all’impatto con i primi avversari attendibili, AZ Alkmaar e Twente; si è quindi tornati alla vecchia formula “più coperta”, che aveva già fornito risultati confortanti nella passata stagione.

Mihajlovic afferma correttamente che “cambiare non è segno di debolezza, ma di intelligenza”, ma aggiungiamo che al cambiamento deve seguire anche una lettura razionale della partita, che a Roma non c’è stata. Infatti, contro la Lazio si è rivista la (solita) presunzione di chi vuole essere superiore all’avversario, a tutti i costi. Dopo il pareggio dei padroni di casa, bastava forse mantenere una formazione equilibrata e invece si è voluto rilanciare inserendo un attaccante. Ergo, il cambio del modulo può essere una corretta soluzione se ben supportata da un pizzico di umiltà.

Mihajlovic

Archiviato l’esordio amaro si torna in campo per la prima davanti al proprio pubblico. Domenica alle 20.45 allo Stadio “Renato Dall’Ara” arriva l’Hellas Verona, apparso all’esordio interno impalpabile e con una squadra ancora tutta da definire in sede di mercato.

Il Verona, ricordiamo, è ritornato in serie A nel 2019 dopo aver vinto i play-off, con Alfredo Aglietti in panchina. Nella stagione successiva nella massima serie impressiona per personalità grazie al nuovo allenatore Ivan Juric: con lui la squadra conquista un brillante nono posto. Il confermatissimo Juric nella stagione 2020-2021 si conferma con il decimo posto, prima di trasferirsi al Torino. Il presidente Maurizio Setti, vecchia conoscenza dei rossoblù (l’imprenditore carpigiano è stato vicepresidente del Bologna nell’era Guaraldi) si affida a Eusebio Di Francesco, ma il matrimonio dura davvero poco e già a metà settembre l’ex tecnico di Sassuolo e Roma lascia la panchina a Igor Tudor: l’ex Udinese chiuderà la stagione al nono posto. In poche parole, in casa Hellas cambiano gli allenatori, ma non il prodotto finale.

Questo fino alla fine della stagione scorso, ma come si vocifera l’attuale allenatore Gabriele Cioffi, reduce dalla discreta stagione all’Udinese (subentrato a Luca Gotti alla 16.a di campionato) all’esordio come capoallenatore, è già stato messo in discussione dopo la pesante sconfitta al “Bentegodi” contro il Napoli. Tutto è però subordinato al mercato – come dicevamo – e in casa scaligera si predica calma in attesa di rinforzi dopo la partenza di diversi giocatori: citiamo i più rappresentativi, Bessa (42 presenze), Casale (36), Caprari (35 e 12 reti) e il nuovo prospetto Cancellieri, nazionale Under 21 cresciuto nella Roma. Senza dimenticare Giovanni Simeone, ceduto al Napoli solo nelle ultime ore dopo una lunga ed estenuante operazione. Proprio per la partita di esordio contro il Napoli, Simeone non era stato convocato e tutto faceva pensare all’imminente cessione. Con la sua partenza, il Verona si priva di un punto di riferimento importante; infatti, nella stagione appena conclusa El Cholito ha raggiunto la piena maturità collezionando con 36 presenze, 17 reti e 6 assist; più in generale il figlio di Diego (allenatore storico dell’Atlético Madrid) ha già collezionato in serie A 215 presenze, 67 reti e 20 assist.

Al suo posto è arrivato l’attaccante francese Thomas Henry, classe 94, reduce da una buona stagione al Venezia (33 presenze, 9 reti). Henry ha già esordito nella sconfitta interna contro il Napoli (5-2): sua la seconda rete. Oltre ad Henry, in chiave offensiva il Verona ha ingaggiato Stepinski, vecchia conoscenza di Chievo e Lecce, il gioiellino dell’Atalanta Piccoli e Milan Djuric, protagonista insieme a Verdi della salvezza della Salernitana. L’attaccante di Tuzla ha chiuso la sua esperienza a Salerno con 132 presenze, 29 reti e 11 (nell’ultima stagione 33 presenze, 5 reti e altrettanti assist).

Per il centrocampo il Verona ha prelevato dall’Atalanta il ventunenne Cortinovis (30 presenze in B con la Reggina).

Per la partita del “Dall’Ara”, Cioffi (che schiera il modulo 3-5-2 speculare a quello dei rossoblù) recupera Veloso, ma non l’ex viola Ceccherini, che ha ripreso la preparazione dopo l’infortunio ma difficilmente sarà disponibile per domenica sera.

I rossoblù saranno privi dello squalificato Soumarou, ma possono contare sul nuovo acquisto Lewis Ferguson, all’Olimpico assente per squalifica. Il tecnico Mihajlovic dovrà decidere se riconfermare l’Undici di Roma o rimescolare le carte.
Probabilmente Bonifazi rileverà Soumarou a meno che si opti per abbassare De Silvestri sulla linea difensiva e impiegare Cambiaso sulla fascia destra. In difesa a sinistra non è escluso l’esordio del nuovo acquisto Lucumi, se risolve in tempo i problemi legati al permesso di soggiorno, con Lycoyannis che ritrova la posizione ideale come quinto di centrocampo. In mezzo al campo Dominguez e Schouten sono le uniche certezze, mentre in avanti l’incognita rimane legata all’impiego o meno del redivivo Sansone al fianco di Arnautovic. L’alternativa è conosciuta, impiegare uno fra Barrow o Orsolini.

I nuovi acquisti a titolo definitivo del Bologna F.C. 1909

Joaquin Sosa è il ventiquattresimo uruguayano della storia del club felsineo. Nato il 10 gennaio 2002 (20 anni compiuti, 1,85 di altezza) a Fray Bentos, Uruguay. Come riporta il sito del Bologna F.C. 1909 è un centrale difensivo mancino in grado di agire anche sulla fascia, dotato fisicamente, di grande statura e abile in marcatura, con buon senso della posizione e attenzione nelle letture delle situazioni di gioco. Nonostante la giovane età vanta già oltre 50 partite giocate fra Rentistas e Liverpool Montevideo, più la gara d’esordio col Nacional in cui debuttò nella primavera 2021 in occasione della finalissima per il titolo, servendo peraltro l’assist a Bergessio per il gol decisivo per il successo. Al Liverpool ha poi conquistato fiducia ed apprezzamenti collettivi: ama difendere alto, cerca l’anticipo, è tempestivo negli interventi, mostra notevole capacità di lancio e di cambiare gioco, gradisce la conduzione della palla e la manovra dal basso.

Jhon Lucumi, nato a Cali il 26 giugno 1998 (24 anni, 1,87 di altezza), Colombia, prelevato dal Koninklijke Racing Club Genk. Come riporta il sito del Bologna F.C. 1909 è il terzo colombiano della storia del club. Da tre anni in Nazionale, Lucumi è un difensore centrale di imponente struttura fisica e di piede mancino, dotato di grande atleticità e buona tecnica. Reduce da quattro ottime stagioni al Genk nel campionato belga, condite dalla vittoria di uno scudetto e di una Coppa nazionale, Lucumi ha collezionato presenze anche in Europa League e in Champions, e a 24 anni vanta già oltre 200 partite in carriera. Dopo gli esordi in patria, al Deportivo Cali, si è trasferito nelle Fiandre nell’estate del 2018 e in particolare dalla stagione 2020-21 ha dimostrato piena maturità, con personalità, senso della posizione e ottime scelte di tempo negli interventi: ostico nell’uno contro uno, naturalmente si affida allo strapotere fisico che lo contraddistingue, e si trova comunque a suo agio col pallone fra i piedi. Attira quindi l’interesse di squadre di blasone e caratura internazionale come ad esempio il Barcellona, ma il trasferimento in blaugrana previsto nell’estate 2021 salta per pochi dettagli.

I prossimi appuntamenti del Bologna F.C. 1909
sab. 27/ago/2022 ore 20:45 AC Milan-BFC
gio. 01/set/2022 ore 20:45 BFC-US Salernitana 1919
dom. 04/set/2022 ore 15:00 Spezia Calcio- BFC

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