Meno di 2 km.
Sono bastati meno di due chilometri a Jai Hindley per prendersi la maglia Rosa e ribaltare il Giro 2022.
Un chilometro e ottocento metri dall’arrivo del Fedaia, dopo che tutto il giorno la Barahin Merida aveva controllato il vantaggio della fuga, senza però andarla a riprendere, dopo che la Ineos aveva preso di petto la Marmolada sfaldandosi con l’aumentare della quota, dopo che Hindley e Carapaz, con la sola compagnia esagitata del compagno di Jai, Leonard Kamna, che si era staccato dalla fuga per imprimere un ritmo straordinario davanti ai due Generali, dopo che quel ritmo aveva fatto scricchiolare Richard, Jai se ne va da solo, sui pedali, leggiadro, agile, scalatore, mentre Carapaz, lentamente, sprofonda dentro la montagna, mangiato dalla Marmolada, ripreso da Kamna, ripreso da Landa, staccato da Landa, staccato da Kamna. Solo come nessun capitano della Ineos era mai stato.
Hindley in meno di due chilometri gli prende un minuto e mezzo e lo denuda della maglia Rosa portandosi a Verona un vantaggio di un minuto e venticinque secondi.
Come due anni, anzi un anno e mezzo fa, parte in Rosa all’ultima tappa, una cronometro, 2020 Milano, 2022 Verona. Nel Giro d’autunno aveva solo qualche centesimo di secondo da gestire, e Theo Geoghegan Hart gli portò via la Rosa, vincendola, oggi avrà 85 secondi e una salita dove poter imprimere tutta la sua forza da scalatore per riprendersi, a Verona, quello che la piatta Milano gli aveva preso.
Alessandro Covi
Hindley si prende la Maglia Rosa sul Fedaia, Alessandro Covi, 23 anni, uno dei più belli e puri prospetti del nostro ciclismo, si prende il Fedai, conquista la Marmolada e lo fa con un’azione da altri tempi, scattando dalla fuga a metà Pordoi e gestendo il vantaggio accumulato per tutto il lungo terribile drittone di Malga Ciapela. Viso allegro, sbarazzino, questa tappa Alessandro la voleva già dal giorno prima quando era rimasto nel gruppetto dei velocisti tutta la tappa, rifiatando e riposandosi in modo ottimale per poter vincere il tappone dolomitico. Sicuro di sé Alessandro, a soli 23 anni parla in modo saggio e da corridore navigato: “Questa è solo la prima vittoria di tante altre.”
Meraviglioso, poche parole che fanno sognare.
Oggi finisce il Giro, un Giro dalle poche emozioni che nonostante tutto ha trovato un australiano cresciuto ciclisticamente in Abruzzo il suo degno padrone.
A meno ché, l’ultima breve cronometro, non regali tutte le emozioni che non ci sono state dall’Ungheria fino ad oggi.