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CICLISMO – GIRO D’ITALIA: A Torino vince Yates e Carapaz è nuova maglia rosa

Tappa classica, non nel senso che è una tappa vista nel tempi, anzi, una tappa così in un circuito con due volte due salite a Torino non si era mai vista, Tappa classica, perché corsa come se fosse una classica Monumento, corsa in modo pazzo, come se il giorno dopo non si corresse, come se il giorno dopo non si salisse sulle Alpi Valdostane a Cogne.

Un Giro senza padrone, fino a ieri molto statico esploso in un boato a settanta chilometri dall’arrivo per mano della Bora Hunsgrove che l’ha preso in mano mischiandone completamente le carte.

Pazza Bora dei tre uomini in classifica, Hindley, Bouchman e Kelderman che all’ingresso del circuito di Torino mettono il gruppo in fila Indiana sgretolandolo in mille parti. Tra i Generali quello a farne le spese subito è Alejandro Valverde insieme a Gullierme Martin. Si staccano subito e all’arrivo perderanno parecchio salutando i giochi per la conquista finale della maglia Rosa.

È Giovanni Aleotti, giovane e promettente Modenese di Finale Emilia, che spesso si allena sulle nostre strade bolognesi, ora gregario della Bora ma in futuro chissà, a dare il primo colpo. Quello che sgretola, quello che fa impazzire tutti.

Carapaz a sorpresa rimane solo, senza compagni di squadra. Una scelta molto probabilmente voluta per riposare la super squadra in vista delle tappe Alpine che iniziano già oggi.

Rimangono tutti soli in realtà i generali, tranne Landa che soffre tantissimo, che rimane lì fino al Maddalena finale e che alla fine limiterà i danni gestendosi con intelligenza.

Ma è il nostro meraviglioso siciliano Squalo dello Stretto a fare meraviglie, a lasciarci a bocca aperta a farci sognare ancora. Uno primo scatto che fa malissimo, uno secondo scatto, nel finale, telefonato che serve a poco. Lo Squalo domina, rimane attaccato ai più forti, al contrario di Pozzovivo che, comunque meraviglioso, non risponde agli scatti e sarà il migliore degli sconfitti arrivando ad una manciata di secondi dai primi.

Vincenzo lascia sfogare Carapaz, che bluffando una fatica che in parte era vera, scatta sull’ultimo Superga prendendo subito 25 secondi che però con calma vengono annullati da Vincenzo, Jai e Simon. Si perché anche Yates rimane attaccato ai tre Generali, lui che Generale non lo è più. Rimane a ruota fino all’ultimo strappetto e lì scatta. Nessuno dei tre generali ne ha più, il rischio di rovinare il vantaggio accumulato sugli altri pretendenti è grosso e, intelligentemente regolari, Vincenzo, Jai, e Richard, lasciano andare Simon che trionfa a Torino e si prende una piccola rivincita sulla crisi che lo ha tolto dai Generali sul BlockHaus. Chissà se ora Simon non prenda più seriamente le classiche di un giorno.

Nella volata a tre che praticamente Vincenzo non corre, secondo arriva Hindley, terzo Richard e quarto appunto Vincenzo. A qualche secondo arriva, solo, un infinito Pozzovivo e qualche secondo dopo ancora, un sofferente Almeida. Che in realtà non è chiaro quanto sia sofferente o solo in difficoltà, una difficoltà gestita con maestria e intelligenza.

Crolla, ma con grande onore, Juan Pedro Lopez. Il padroncino della maglia Rosa, per dieci tappe, perde quattro minuti e saluta la maglia onorandola fino in fondo.

Cambia padrone la maglia Rosa ma nonostante il nome che la indossa rimane un padroncino.

Richard Carapaz torna in Rosa dopo tre anni dalla vittoria finale di Verona, ma dietro di lui il forte australiano Jai Hindley lo tallona a soli sette secondi, mentre terzo sale l’intelligente portoghese Joao Almeida distanziato di 30 secondi.

Rimane dentro il minuto di distanza Landa in quarta posizione, mentre dall’infinito Pozzovivo in poi il distacco aumenta rimanendo  visibile fino alla nona posizione di Juan Pedro Lopez, dentro i 5 minuti, e perdendo ogni riferimento dalla decima posizione di Valverde che supera i 9 minuti.

Per chi scrive ora il favorito, ma lo era anche prima, diventa Jai Hindley, anche se il meraviglioso numero tattico della sua squadra, operato sui colli torinesi, non è detto non si riveli un boomerang già dalla tappa di oggi verso Cogne.

Ma occhio, occhio, occhio, guardiamolo bene, ammiriamolo, godiamocelo, a Vincenzo Nibali. A meno di 3 minuti da Carapaz non ha niente da perdere, ha ritrovato lo smalto e la forza della gioventù, al suo ultimo giro non doveva essere lì dove si trova e farà di tutto per rimanerci, o se rischierà di lasciarlo, lo farà solo per rischiare di vincere un terzo, miracoloso, Giro d’Italia.

 

Foto da immagini RAI

 

 

 

 

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