È Tricolore, nella città del Tricolore.
Finalmente dopo 11 tappe.
Finalmente Alberto Dainese.
È la nostra tappa, la tappa di casa, si parte dalla Romagna, si prende la via Emilia fino a Bologna, poi ci si allunga nella bassa da SanGiovanni in Persiceto verso quella Modenese per poi tornare verso i colli fermandosi a Reggio Emilia.
Solo qualche cavalcavia, solo pianura, una tappa da riposo che il gruppo prende a folle velocità tanto da chiuderla quasi con un record nella lunga storia del Giro.
Doveva essere una tappa per velocisti, e così è stato, per velocisti veri, ma così non è stato. Forse. Perché Alberto Dainese è un giovane di 24 anni di grandi promesse ma che una sua dimensione ancora non ce l’ha, veloce ma non velocissimo, a Reggio a scoccato una freccia che ha fulminato tutti. Una rimonta pazzesca negli ultimi 100 metri che lo ha visto sorpassare tutti e alzare le braccia al cielo. Incredulo Gaviria, secondo, che sta correndo uno dei suoi più bei giri, ma che la vittoria non riesce ancora a centrarla. A Reggio sbagliano tutti i velocisti veri, da Cavendish che parte troppo presto, a Demare che gli va dietro, a Ewan che quest’anno si ritirerà prima delle alte vette alpine, probabilmente senza vittoria.
Tappa senza emozioni fino a pochi metri dal traguardo grazie alla rimonta di Alberto Dainese, con la piccola sorpresa della volata vinta al traguardo intermedio di San Giovanni in Persiceto da Richard Carapaz che rosicchia 3 secondi e si piazza dietro la maglia Rosa Lopez a soli 12 secondi.
Alla fine Bini non ce l’ha fatta. Dopo la storia della prima vittoria di colore al Giro la beffa del tappo nell’occhio che gli provoca un ematoma e lo costringe al ritiro forzato. Penso che il forte Gyrmay in questi giorni di convalescenza si guarderà parecchi tutorial su come si apre una bottiglia di spumante.
Oggi si torna in Appennino, svalicandolo per tuffarsi nel mare Ligure. Tappa da fughe nella seconda settimana che grandi sorprese non dovrebbe portare.
Forse.
Foto da immagini RAI