CALCIO – Bologna: la lunga notte al “Meazza” è da brividi

I rossoblù impattano con la capolista e regalano un sorriso al loro tecnico ricoverato per curare la malattia recidiva.

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Carramba che partita e che puntaccio strappato alla capolista Milan. Vero è che i rossoneri guidati dall’ex Stefano Pioli (un po’ nervosetto, ma vessarlo è inopportuno), hanno tirato verso la porta avversaria come gli anni di Cristo, ma nei fatti la porta difesa da Skorupski l’hanno centrata appena sette volte, a fronte delle 4 dei rossoblù: tre i miracoli per il portiere polacco, uno per il francese del Milan, Maignan.

Ai punti avrebbe vinto il Milan, ma siccome non si gioca in una disciplina per la quale una giuria giudica l’operato degli atleti, ecco che il punto strappato dai Felsinei nel tempio del calcio ha un suo perché ed è sacrosanto: guai metterlo in discussione. Da una parte e dall’altra.

Bene ha fatto l’arbitro Marinelli a fare giocare all’inglese negando qualche falletto di troppo, ad entrambe, e alla fine della contesa la partita è risultata avvincente e gradevole per gli oltre 75 mila presenti allo stadio “Giuseppe Meazza”. A proposito, va detto, dopo l’uscita dall’emergenza sanitaria, gli impianti sportivi tornano ad ospitare a pieno regime: e rivedere gli spalti colmi, come un tempo, al netto di una crisi economica senza precedenti, è emozione pura.

Certo, il tifoso milanista, signorile anche a ricordare a Mihajlovic di tenere botta, avrebbe voluto l’intera posta, ma tutto sommato la loro squadra mantiene la vetta e il Bologna si prende un punticino utile a tenersi dietro, in classifica, Empoli e Udinese, concorrenti insieme al Torino per conquistare almeno la vetta della zona destra della classifica. Come dire, parliamo di niente, ma è sempre meglio che parlare di altro. E ci siamo capiti.

Questa volta il Bologna c’è e il fattore AIC (attenzione, intensità, concentrazione), coniato da Sinisa Mihajlovic (per chi non sa, il tecnico serbo è ricoverato nel Dipartimento malattie oncologiche ed ematologiche del Policlinico S. Orsola-Malpighi), diventa protagonista di una sfida apparentemente impossibile. Ogni rossoblù getta il cuore oltre l’ostacolo per sé e per Mihajlovic e anche perché la media tenuta in questi primi mesi del nuovo anno (6 punti in 10 gare) non era più tollerabile. Dato che aggiorniamo volentieri (7 punti in 11 incontri) solo al fine di essere da monito per non allentare (troppo) la tensione e l’attenzione.

Tutti i giocatori scesi in campo sono stati bravi, ma diversamente da altre volte, hanno giocato da squadra, in ogni reparto. In particolare, la difesa e il centrocampo si sono superati, da 7 pieno, mentre l’attacco si è espresso in proporzione a quando la squadra ha proposto nella fase offensiva: è tuttavia da menzionare per operosità e pericolosità se pensiamo alla bordata di Barrow e alle occasioni di Arnautovic, Svanberg e Aebischer. Quest’ultimo, schierato a sorpresa, ha sfoderato un repertorio che non conoscevamo. Lo svizzero rappresenta il futuro e non è un oggetto misterioso come si poteva pensare: aveva solo bisogno di tempo per ambientarsi in un campionato che non conosce-va. Diamo tempo al tempo e lasciamo lavorare i tecnici.

Nei prossimi impegni (in ordine SAMPDORIA lunedì sera, Juventus il 16/04, UDINESE 24/04, INTER 27/04 -recupero-, Roma 1/05, Venezia 8/5, SASSUOLO 15/05 e Genoa il 22/05, in maiuscolo gli incontri casalinghi), i rossoblù dovranno tuttavia rimanere concentrati per fare qualche altro punto utile a chiudere l’ennesimo campionato in cui i problemi non sono mancati. Anche se un calo di concentrazione è fisiologico quando gli obiettivi non sono più raggiungibili e la testa corre altrove, magari al mercato, aperto soprattutto per quei giocatori che si sono messi in luce in questo campionato, a cominciare da Svanberg, in odore di approdare in un club di prima fascia.

 

Foto tuttobolognaweb

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