Tappa interlocutoria.
Dovrebbero fare una pagina speciale sul dizionario, Zanichelli o Treccani fate voi, ma era diventato talmente raro vedere fughe partite al pronti via arrivare a destinazione, che alla fine non possiamo proprio che definirlo un Giro interlocutorio.
Su e giù dolcemente tra le colline montuose che separano naturalmente l’Italia dalla Slovenia. I Girini sorpassano il confine e rientrano in Italia. La passione e la gioia dei tifosi sono le stesse, unica differenza c’è chi è obbligato a portare la Mascherina e chi no.
Pronti via, parta la fuga.
Pronti via cade mezzo gruppo, e in diversi si fanno male.
La Bora rimane senza Generale e i Generali senza un ragazzo generoso che nel limite delle sue possibilità stava dando tutto. Emanuel Buchman. Brutta caduta, piccola commozione generale e diversi lividi nel volto.
Victor Campenaerts belga 29 anni detentore del record dell’ora con 55, 089 km invece era davanti. Anzi è stato uno degli ispiratori della fuga, non la prima in questo Giro 2021, ma questa volta fortemente voluta.
Si porta dietro due compagni di squadra, non gli piace quando il direttore di corsa li ferma per la caduta generale del gruppo e quando possono ripartire riparte ancora più arrabbiato e ottiene lo stesso risultato. Tutti in fuga.
Da un uomo abituato a correre un’ora da sola alla soglia massima, da un uomo abituato a vincere cronometro, cosa ci si può aspettare?
Ci si può aspettare che Victor spieghi a tutti quanto il ciclismo sia uno sport di squadra.
Campenaerts scatta, controscatta, fiacca tutti gli avventurieri con il solo Oscar Riesebeek che gli resiste. I due litigano, un litigio bellissimo, a colpi di scatti, attese e sguardi.
La zampata finale la da Campenaerts, Oscar scatta per ultimo, Victor gli va dietro e lo sorpassa. La felicità di Campenaerts è in una mano alzata con cinque dita tirate, come la loro maglia, e un sorriso stampato in volto.
Oscar Riesebeek sconsolato ma stupendo a bici ferme non può che congratularsi con Victor.
La Quebeka Assos non è solo una squadra del ciclismo World Tour, è anche un messaggio. Un collegamento tra il Mondo e l’Africa.
“Il nostro spirito è: Ubuntu io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo. Queste vittorie penso che siano veramente una buona opportunità per andare avanti per tutti quanti noi.”
Parole di Victor Campenaerts finita la tappa.
Basterebbe questo per spiegare questa tappa.
Anzi basta.
Dai Generali nessuna notizia, a parte il povere Buchmann.
Per i Generali è oggi la giornata più dura.
212 km, 5700 metri di dislivello. 4 salite, le ultime tre Fedaia, Pordoi, Giau, con il tempo che potrebbe regalargli anche della neve e poi l’arrivo in discesa a Cortina.
Attenzione, arrivo in discesa.
Attenzione arrivo in discesa.
Nibali è acciaccato, non coinvolto dalla maxi caduta gli sono però arrivati un po’ di colleghi addosso come missili.
Però l’arrivo è in discesa.
È un arrivo in discesa.
Vincenzo è un arrivo in discesa!