Sì le tappe interlocutorie ci sono sempre state e ci saranno sempre, servono a riposarsi per i Generali, servono per mostrarsi al resto del gruppo.
Ma una tappa che parte da Modena e dritta come ago senza cruna prende la via Emilia e non la lascia più finché non vede il mare, non lascia spazio a niente e nessuno. Pazzo e illuso chi prova ad andare via quando anche con due chilometri di vantaggio il gruppo ti vede e ti tiene al guinzaglio.
Dopo aver preso 187 km di pioggia verso Sestola, e aspettando le salite Sibillini, nessuno ha voglia di spingere, l’Israel di De Marchi porta a spasso per Bologna, San Lazzaro, Imola, Forlì, il gruppo e le fughe sono tentativi poco credibili di animare una tappa morta.
Ma una volta usciti dalla via Emilia quando il mare è in vista e il suo profumo inebria i polmoni dei Girini le gambe si animano e le prime scaramucce iniziano violente.
Così anche un tappa insulsa può regalare sorprese. Non certo belle.
La velocità si alza negli ultimi 20 km, la Romagna è terra allegra e danzatrice, è terra in continuo movimento come il suo mare. È anche terra di rotonde, svincoli e spartitraffici.
Sivakov fa tutto da solo, una piccola sbandata del suo treno e all’improvviso la bici si impenna da dietro e lo ribalta a terra. Generale svanita, sconsolato arriva al traguardo aspettando che i raggi gli dicano se può continuare.
Neanche Landa incontra spartitraffici o rotonde, ma incontra Dombronsky che investe un volontario che quel spartitraffico voleva farglielo evitare. Giro finito, di nuovo, per Landa che sale in ambulanza. Se fossi in lui penserei al Tour e non verrei mai più in Italia.
La Volata è scontata tra le arzigogolate stradine di Cattolica, dopo 4 ore di dritta Pianura.
Molano lancia tutti convinto di avere Gaviria alle spalle, per sicurezza questa volta controlla su dove passerà il compagno, ma Gaviria non c’è e lui, con 200 corridori dietro smette di pedalare.
Nizzolo e Viviani pensano sia un affare loro, da dietro però arriva Caleb Ewan dopo aver fatto a spallate con Merlier. Merlier smette di pedalare Caleb accelera, supera i due tricolori e vince.
La RAI non becca un inquadratura che una in volata, e io in auto ad ascoltare Radio RAI, (sempre bravissimi, ve la consiglio), me la godo con un: “Viviani, Nizzolo, Viviani, Ewan ha vinto Ewan.” Se Bittossi era alla radio forse gli è venuto un mente un piccolo episodio della sua carriera…
Oggi si sale. Di nuovo. Nelle Marche sui Sibillini. Salite vere per raggiungere Ascoli Piceno e arrivare in cima a SanGiacomo. Primo vero arrivo in salita. Con il riposo lungo la via Emilia oggi non si risparmieranno. Forse. Occhi aperti perché i Sibillini non perdonano!
Il mio sogno di oggi Fiorelli cade a 10 km dal traguardo. Un vero peccato.
Va beh me lo gioco a SanGiacomo. Impossibile?
Mi sa di sì…
Immagini RAI