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CALCIO: La Lega Serie A affida l’esclusiva televisiva a DAZN

Colpo di scena più o meno annunciato. L’azienda britannica DAZN Group, controllata dalla multinazionale americana Access Industries, sconfigge Sky Italia della Sky Group Limited, a sua volta della controllante Comcast Corporation, il più grande operatore via cavo degli Stati Uniti. Ma non solo.

In altre parole la visione del nostro calcio, lo sport più popolare e praticato in Italia e al Mondo, si appresta a cambiare pelle, in tutti i sensi, pur rimanendo in mano agli americani. O meglio, in dote ad un gruppo leader in più settori (compreso quello media e telecomunicazioni) fondato dal miliardario ucraino Len Blavatnik, trapiantato negli Stati Uniti sin dal 1978.

Il grande calcio italiano (16 club a favore ad eccezione di Genoa, Crotone, Sampdoria e Sassuolo) ha quindi detto SI’ alla storica rivoluzione televisiva abbandonando colei, Sky, che per 18 lunghi anni gli ha permesso di mantenere il circo del pallone a livelli inimmaginabili, se pensiamo a quanti abbonati medi ha l’azienda milanese, oltre 5 milioni, e quanto ha onorato per avere in esclusiva il prodotto calcio solo negli ultimi tre anni: la bellezza di 780 milioni di euro.

DAZN, a sua volta, ha già siglato l’accordo con il Gruppo TIM per divulgare, attraverso TIMVISION, il calcio di serie A ai propri clienti. Tim infatti “sarà l’operatore di telefonia e Pay Tv di riferimento per l’offerta dei contenuti di DAZN in Italia”. TIM può contare su un bacino di utenza importante: circa 5 milioni le famiglie collegate, fino ad oggi, in prevalenza via satellite. Sulla carta TIM pareggia il numero degli abbonati Sky, ma oggettivamente ad oggi non è dato sapersi quanti clienti dello storico gruppo telefonico staccheranno l’abbonamento al calcio e quanti saranno quelli ‘ereditati’ dalla concorrente Sky. Rimangono poi in pancia gli attuali utenti DAZN, che in questi tre anni, a forza di promozioni low cost, si è avvicinata a quasi 2 milioni di abbonati, anche grazie all’accordo con Sky che omaggiava ai propri abbonati anche le partite prodotte dalla stessa DAZN.

L’offerta della piattaforma DAZN sarà quindi “popolare e interattiva” annuncia l’Ad del gruppo italiano Veronica Diquattro. Facile raccontare la sua felicità per questo momento storico che permetterà alla sua azienda, grazie alla partnership con TIM, di offrire in esclusiva per il triennio 2021-2024 tutte le 10 partite di ogni giornata di campionato, di cui 7 in esclusiva, vale a dire 266 incontri prodotti internamenti. A Sky, potrebbe andare il secondo pacchetto, le tre partite, per il quale la trattativa è ancora in corso, ma è in corsa anche Mediaset, che a sua volta è “socia” di TIM attraverso la partecipata Vivendi.

Insomma, non sarà una partita facile vincere la partita anche alla luce del reiterato braccio di ferro tra la Lega e Sky, anche a colpi di carta bollata. Lunedì la decisione e non è escluso anche un intervento dell’Antitrust, come avvenne ormai 4 anni fa per dipanare l’esclusiva SKY. Male che vada – e non sarebbe un dramma – Sky trasmetterà solo il pacchetto più ricco della Champions League, Europa League, Europe Conference League e pure il nuovo torneo Uefa fino al 2024.

Al di là della valanga di soldi che si “abbatterà” sui club di serie A, 840 milioni di euro, sempre più assetati di denari da elargire all’impavido sistema calcio italiano, e al di là dell’accordo con TIM che permetterà a DAZN  di “blindare” l’esoso investimento, questa rivoluzionaria assegnazione potrebbe creare qualche problema ai milioni di tele utenti dello sport più praticato al mondo.

Tradotto: significa che il 70% delle partite del massimo campionato di calcio non saranno trasmette su un tradizionale canale televisivo a pagamento, via satellite, come è avvenuto da venticinque anni a questa parte, ovvero dalla nascita di tele + calcio nel lontano settembre 1996 (poi nel 2003 dalla fusione con Stream nasceva l’attuale Sky Italia), bensì via internet. E in Italia – come sappiamo – il divario digitale non è del tutto colmato.

Una recente indagine Istat fotografa un Paese al passo con lo smartphone, infatti il 98% degli utenti Social (dei 35 milioni in media collegati) si connette con il telefonino e più in generale sono quasi 50 milioni gli utenti connessi in media alla rete, vale a dire con una penetrazione dell’82%. Però, ancora oggi il bene tecnologico più diffuso in famiglia è la televisione con il 95,6%, quindi meglio dei cellulari presenti per l’89,5%. Lecito chiedersi quando e come l’utenza italiana, anche alla luce di questa emergenza sanitaria e della profonda crisi economica che ci assilla, risponda a questo importante cambiamento, che produrrà, inevitabilmente ulteriori costi alle famiglie per aggiornare la tecnologia, anche se lo switch-off definitivo per adeguare i televisori si avvicina sempre di più, ma è probabile che lo Stato deroghi in questo senso, vista la crisi. Abbiamo già detto che l’offerta DAZN sarà popolare e alla portata di tutti, ma non è sempre facile seguire il cambiamento e il rischio di perdere l’abbonato mediamente anziano può essere reale.

Cosa cambia. Con l’avvento delle nuove TV smart apparentemente cambia poco (ma bisogna aggiornarsi, come detto), poiché anche un prodotto internet può essere visionato su uno schermo televisivo, ma non solo, se si possiede un PC e un collegamento internet, con un cavo ci si può collegare alla TV e visionare una trasmissione emessa in streaming. In questo caso, però, la qualità del segnale può essere discutibile e per ottenere una ricezione lineare e non frizzata, bisognerebbe quantomeno possedere una rete internet veloce. Meglio ancora se si possiede la fibra o la banda ultralarga. E qui il problema non è di facile risoluzione in quanto al momento la copertura ADSL in Italia è al 95%. Quindi il calcio di DAZN sarà pure venduto a prezzi popolari, ma in tutti i modi non sarebbe proprio un prodotto per tutti.

In ultimo il problema della fruizione frazionata, come già avviene, costringe l’utente a fare più abbonamenti per seguire la propria squadra del cuore e di questi tempi non è tollerabile.

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