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Due errori difensivi vanificano l’ottima prestazione dei felsinei. Insigne e Osimhen piegano le velleità rossoblù, Soriano illude in recupero.
Con il lutto al braccio per la scomparsa di Mirko Pavinato, capitano di lungo corso dei rossoblù e protagonista dell’ultimo scudetto targato 1964, il Bologna scende in campo a Napoli per riscattare – almeno nella forma – l’opaca prestazione di Cagliari.
Così non è propriamente andata in quanto i ragazzi di Mihajlovic – pur giocando una partita di spessore – sono tornati a subire oltremodo nel reparto arretrato. Trovare le cause di una sconfitta pesante, almeno nei numeri, spetterà all’allenatore, ma quanto si è visto al vecchio San Paolo (ora denominato “Diego Armando Maradona) è sotto gli occhi di tutti.
Serve poco dominare la partita se poi concedi all’avversario praterie invitanti a cui è impossibile rinunciare. Perché di questo parliamo. Due dei tre gol subiti dai rossoblù si potevano evitare e se ciò non è avvenuto, è lecito pensare ad un approccio sbagliato alla gara, nei fatti fin troppo presuntuoso.
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Per motivi contingenti, a Napoli l’allenatore dei Felsinei schiera quei senatori fino a ieri assopiti in panchina. E finché l’equilibrio ha retto i “senatur” non avevano fatto rimpiangere i titolari. Trascorsi i primi sessanta minuti – con l’opinabilità del caso – si è avuta la sensazione che Poli e soci non abbiano retto il sostanzioso minutaggio, pagando alla distanza, una condizione atletica non adeguata alla categoria. De Silvestri incappa in una partita da dimenticare: due errori e due reti subite. Poli è protagonista di un buon rientro, ma si è limitato al mero compitino. Palacio gioca una partita sopra le righe – è innegabile – ma andare vicino alla rete non significa metterla dentro e forse quel colpo di testa centrale poteva essere sfruttato diversamente (e le due reti annullate per giusta causa non fanno testo). Danilo, al rientro dalla squalifica, si salva col mestiere fino a quando il giovane Osimhen se lo “mangia” siglando il 2 a 0. Un passo indietro lo fa anche Sansone, partita impalpabile, e stessa sorte tocca a Medel che trotterella senza costruire nulla di concreto.
Tuttavia, guardiamo alle note positive arrivate dall’ottima prestazione di Skov Olsen (miglior partita da quanto è approdato sotto le Due Torri), condita da suggerimenti e da un palo colto al 20’ minuto. L’esecuzione grida vendetta. Il gambiano Barrow, entrato dalla panchina, è andato vicino alla rete su calcio di punizione: decisiva la parata di Ospina. Infine, e non avevamo dubbi di sorta, da sottolineare l’ottimo momento di forma attraversato da Soriano. L’italo-tedesco realizza la rete che riapre momentaneamente la partita, purtroppo resasi illusoria dopo appena tre minuti. Per Soriano si tratta dell’ottava rete in stagione in 26 incontri: ha raggiunto il record, nel ruolo, detenuto da Dzemaili (stagione 2016/17, 8 reti in 31 presenze).
Il bicchiere mezzo pieno. Senza ombra di dubbio la partita contro gli azzurri di Gattuso non rappresentava il match spartiacque, lo saranno senz’altro i prossimi due incontri con Sampdoria (in casa) e Crotone, anche alla luce di quelli successivi e più proibitivi con Inter e Roma, ma quando si perdono punti per strada con dirette avversarie come Fiorentina, Genoa, Cagliari e Benevento, partite in cui si doveva raccogliere qualcosa di più, ecco che la corsa verso la salvezza diventa sempre più in salita. Attualmente il Bologna è incastrato al dodicesimo posto in classifica, fra l’Udinese e la Samp a quota 32 punti e il Genoa a 27. Un punto sotto si trovano Spezia, Benevento e Fiorentina (26). La terz’ultima posizione è occupata dal Torino con 20 punti, ma ricordiamo che i granata dovranno recuperare due incontri. Nei prossimi impegni il Bologna gioca quindi in casa della Sampdoria, mentre il Genoa ospita l’Udinese e il Benevento la Fiorentina.