Il Bologna esce dal “Dall’Ara” con le ossa rotte a favore di un ottimo avversario, la Roma, che ad ogni incursione trafigge la porta avversaria senza troppe esitazioni.
Succede tutto nel primo tempo e il 5 a 1 finale per la formazione guidata da Fonseca suona come un macigno per la squadra di casa, apparsa disunita e priva di idee. E suona anche come un campanello d’allarme serio se consideriamo gli impegni ravvicinati a cui sono attesi i ragazzi guidati da Mihajlovic. Se le premesse sono queste (5 reti subite) c’è da farsi venire il mal di pancia per questo finale di anno, già fortemente segnato per ben altri motivi.
Dai rossoblù ci si aspettava senz’altro un approccio differente alla partita e al di là delle attenuanti (7 assenze per infortunio, 8 con Mbaye uscito anzitempo, 9 con Hichey fermato dalla febbre e dal tampone risultato positivo al Covid-19), si è avuta la sensazione che i giocatori non seguano affatto il proprio allenatore.
Già in precedenza abbiamo sottolineato come le esternazioni dell’allenatore serbo possano destabilizzare i giocatori. Se ad ogni vigilia di partita si dichiara la potenza dell’avversario contrapponendola ai difetti della propria squadra (giocatori sordi nel recepire le indicazione dell’allenatore), diventa difficile trovare un corretto approccio alla partita. Se poi appesantiamo il tutto mettendoci a disquisire anche sulle parole fiduciarie regalate in settimana dal Patron Joey Saputo, tutto diventa insormontabile.
Il campo mostra quindi la forza dell’avversario, impegnato nel nuovo corso, che gioca bene e con potenza e per certi versi sa essere anche fin troppo cinico: 8 tiri in porta, 5 realizzazioni. Dall’altra sponda annotiamo un solo tiro in porta ad opera di Barrow, oltre all’autorete di Cristante. Di fatto il Bologna mostra ancora una volta pochezza tecnica nonostante la supremazia nel possesso palla.
Spazio alle prossime partite che vedranno i rossoblù impegnati in due scontri diretti (perché tali sono) in appena sette giorni. Prima a La Spezia mercoledì sera e poi in casa con il Torino. E con una rosa ristretta all’osso dagli infortuni e con le premesse già espresse, non saranno imprese facili.