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Non si doveva riposare nessuno e invece si riposano tutti, almeno i più forti, i più importanti.
Va via la fuga risalendo la splendida e lunga Puglia e saranno alla fine solo i 6 fuggitivi a dare tutto e a non riposarsi.
Sei ragazzi che ci credono e scappano dopo venticinque chilometri portando a termine il sogno che ogni bambino, che sale in sella ad una bici, porta nel cuore. Vincere dopo una lunga fuga a braccia alzate.
È Alex Dowsett a vincere e conquistare quel sogno, una conquista voluta e non poco sofferta dopo essersi staccato al primo giro del circuito di Vieste, un staccarsi che ha saputo intelligentemente gestire, rientrando e sorprendendo in contropiede i compagni di ventura e staccandoli senza più farsi sorprendere.
Alex Dowsett, inglese, 32 anni alla seconda vittoria al Giro dopo la cronometro di Saltara al Giro 2017.
Un ragazzo che ha sempre lavorato al servizio della squadra in cui militava, che regala una giornata storica alla sua attuale formazione, la Israel Cycling, che conquista la prima vittoria nel World Tour oltre che al Giro d’Italia.
Alex è riuscito a sfruttare le sue doti di cronoman con le quali è stato anche primatista del record dell’ora, prima di Sir Bradley Wiggins, lo spodestasse.
Ciclista vero, professionista preciso, con un’anomalia nel sangue che però non gli ha impedito di correre in bicicletta e correre bene.
Tra i compagni di ventura è arrivato secondo Salvatore Puccio, esperto corridore della Ineos Granadier, che questa volta, per non rischiare nulla, non si tira dietro il compagno di squadra Filippo Ganna, che rimane tranquillo nel gruppo principale.
Terzo Matthew Holmes, quarto Rosskopf, quinto Mathias Brandlee, sesto Simone Ravanelli giovane dell’Androni e al suo esordio al Giro d’Italia. L’Andromi Giocattoli in queste prime otto tappe è riuscita a mandare in fuga tutti i componenti della squadra, un vero record.
Il gruppo arriva dopo 14 minuti, riposato, pensando già alla tappa di oggi, al freddo e all’acqua che prenderanno, alla fatica che le gambe dovranno sopportare nel primo arrivo sul continente veramente duro, in cima ai 1659 metri di Roccaraso dopo aver scalato Passo Lanciano e Passo San Leonardo, due salite non troppo dure ma veramente lunghe prima della scalata finale anche questa pedalabile ma lunga e stancante.
Giornata importante per il Giro, non decisiva, ma sicuramente molto indicativa, ci si aspetta mentre si sta creando la rivalità da Fulsang e Nibali.
Il siciliano dovrà stare molto attento a non commettere l’errore dello scorso anno quando marcò ad uomo Primoz Roglic senza accorgersi che Richard Carapaz li stava portando via il Giro.