Filippo Ganna – foto OA Sport
Maggio il mese delle rose e delle Ciliegie, il mese del primo caldo, il mese del primo mare, ma soprattutto il mese del Giro d’Italia.
Quest’anno Maggio arriva ad Ottobre.
Non ci sono le rose ma splendidi ciclamini, non ci sono le ciliegie ma si raccolgono castagne, funghi e tartufi, non c’è il primo mare, ma se va bene l’ultimo, e non c’è il primo caldo, ma la prima neve.
E c’è il Giro d’Italia, che parte da Palermo spazzato da uno scirocco caldo che porta via l’autunno e riporta un attimo in primavera, senza colori accesi, ma con i splendidi colori della bella morte autunnale.
Quindici chilometri di cronometro, una salita dopo 100 metri dalla partenza. Un chilometro poco più ma duro, pendenze a doppia cifra che portano in cima a Monreale per poi buttarsi a 100 all’ora verso Palermo.
Le strade non ribollono di tifosi come siamo abituati a vedere, ma sono presenti, non ammassati, nonostante le mascherine si vedono i sorrisi della festa, perché il Giro d’Italia è una festa, una festa nazionale di tre settimane, speriamo in questi tempi di Covid, la festa dell’Italia ammirata in tutto il mondo per aver, almeno finora, fermato il virus che nessun altro paese riesce a contenere come noi.
da “Messina Sport”
Noi Italiani, gente brontolona e mai contenta, abbiamo un difetto che si trasforma in pregio, perché siamo gente che non si accontenta mai, gente come Filippo Ganna, 24 anni, Campione del Mondo a Cronometro la scorsa settimana a Imola, corre per la prima volta con la maglia iridata e se la toglie subito per indossare quella Rosa.
Un ragazzo, un fenomeno, ma che è anche un gran professionista. Spinge tutto quel che ha dove deve spingere.
Centosei km/h in discesa, gli ottanta prima dell’ultimo chilometro, quando il vento lo prende dal casco e cerca di spingerlo di nuovo verso Monreale, ma lui è più forte anche del vento, è più forte del scivoloso asfalto siciliano, prende tutte le curve con una prudenza che non dovrebbe prendere chi vuole vincere, ma è proprio con questa prudenza che va a vincere.
Cominciare il Giro con una maglia Rosa Italiana è di buon auspicio, anche se le nostre carte si fermano al vecchio asso Vincenzo Nibali che nella sua Sicilia non ha mai vinto da Professionista, e che è partito con una crono onesta, dando quel che poteva, perdendo 40 secondi da Yates e un più di un minuto dal favorito di tutti Gerain Thomas ma guadagnando da altri favoriti come Maika e Fulsang e anche da uno specialista come Edoardo Affini.
E domani sarà ancora Sicilia. Per altri 3 giorni sarà Sicilia.
In Sicilia non esiste pianura, su e giù sempre, dovunque tu voglia andare.
Su e giù anche domani, senza vedere quasi mai il mare, fino ad Agrigento, dove anche i favoriti dovranno rimanere allerta, all’ombra dei templi il nuovo idolo Filippo Ganna riuscirà a tenere la maglia Rosa?