Ma chi me lo fa fare?
È la domanda che ogni ciclista si fa ad un certo momento della sua vita pedalante.
Possono esistere centinaia le risposte, migliaia, ognuno ne cerca una, alla fine ognuna può essere giusta, ma quasi nessuna risponderà alla domanda.
Chi me lo fa fare di alzarmi alle 5 di mattina nel weekend d’estate per evitare il sol leone di un sabato stupendo di luglio?
Chi me lo fa fare di prendere una salita sterrata di cui non conosco l’andamento e la fine, e proseguire su di essa quando la strada diventa fiume, la bici rimbalza, il cuore ondeggi, i muscoli si fanno più duri dei sassi che sto cercando di pedalare?
Chi me lo fa fare di proseguire su di essa quando il piede tocca terra e sono costretto a scendere e spingere la Bici a mano, o ancor peggio di portarla in spalla?
Chi me lo fa fare di prendere un’altra stradina sterrata sconosciuta, in mezzo ad un fitto bosco già caldo nonostante la mattina presto, quando mi ero ripromesso 5 metri prima di fare un po’ di asfalto, perché stanco ancora dalla salita prima?
Chi me lo fa fare di cercare una strada che neanche so se esiste, trovarla o pensare di trovarla e continuare su di essa finché un guado in fiume mi riporta su una statale?
Chi me lo fa fare di prendere una strada asfaltata consapevole di quando sia dura, consapevole dove porti, consapevole che proseguirò sempre salendo?
Chi me lo fa fare si proseguire verso quell’incrocio quando una frana sblocca la strada? Chi me lo fa fare di prendere e scavalcarla bici in spalla?
Chi me lo fare dopo un avviso del genere di prendere la svolta a destra, in salita al 15 per cento, perché “non ricordo mica dove porta”, ricordare e a metà che comunque è strada chiusa, e proseguire fino in cima alla vecchia Chiesa?
Chi me lo fare tutto questo e chi mi farà fare tutto il resto del giro, altrettanto duro, quando potrei starmene seduto all’ombra di profumati pini?
La risposta sono quei 3 minuti sdraiato in poltrona nel silenzio della collina di Scopeto ad ascoltare il cinguettio degli uccellini e qualche animale muoversi nel bosco.
Pace e silenzio, e mi pare di sentire il sole stringere in un caldo abbraccio estivo i cipressi e i pini davanti a me.
Poi riparto. Per cercare di nuovo 3 minuti perfetti.