La Virtus del dopoguerra non sbagliava un colpo: dopo tentativi andati a vuoto, dopo aver sfiorato il titolo nel 1943, le V nere, alla ripresa dell’attività sportiva, risultarono un ingranaggio perfetto, quattro campionati vinti, uno dopo l’altro.
Il primo ebbe una storia tutta particolare: i dirigenti della Virtus furono sospesi perché sospettati di troppa vicinanza al regime e così l’inizio del campionato fu disputato da una squadra mista Virtus-Fortitudo, sotto il nome di Fortitudo Sisma. I dirigenti furono prosciolti solo a primavera, giusto in tempo perché la squadra riprendesse la denominazione Virtus e vincesse a Reggio Emilia il girone B della fase semifinale nord e poi le finali di Viareggio. In tutto solo cinque gare, nessuna delle quali disputate a Bologna, dove peraltro si era alla ricerca di un nuovo campo di gioco. La storica Santa Lucia, sede storica anche della S.E.F. Virtus non era più disponibile e in quella prima stagione dopo il conflitto le V nere per allenamento avevano disputato qualche amichevole in un campo ricavato alla Piscina dello Stadio.
Dalla stagione successiva, però, si trovò finalmente la soluzione di giocare in Sala Borsa.
È Carlo Negroni, campione delle V nere, a raccontare come avvenne la scelta:
“Quando dopo la guerra ci fu la necessità di trovare un campo che sostituisse la non più disponibile Santa Lucia, fui io durante un ballo in Sala Borsa ad avere l’idea che avremmo potuto giocare lì. Mio padre, presidente della sezione pallacanestro nel 1946 e 1947, nonché segretario generale della casa madre, era anche Presidente della Provincia. Si attivò e quello divenne il campo di tanti successi: lì vinsi cinque campionati dal secondo in assoluto delle V nere, nel 1946, al sesto, quello del 1956. La Sala Borsa, quando giocavamo, diventava una bolgia e il disegno di quel pavimento faceva perdere l’orientamento agli avversari”.
Grazie, quindi, anche all’aiuto del fattore campo (cinque scudetti in dieci anni di utilizzo di quell’impianto), la Virtus riuscì a completare quel poker di scudetti. L’ultima gara del campionato 1948/49 fu un’ininfluente sconfitta a Roma, 21 a 20, ma la vittoria dello scudetto era già al sicuro dalla terzultima giornata, quando in casa i bianconeri avevano travolto Pavia 42 a 18.
Quasi due mesi dopo le V nere festeggiarono quella vittoria con un’amichevole a Porretta. Fu soprattutto una festa, ma per la cronaca la Virtus vinse 50 a 28, nel campo del Parco della Puzzola, dove la Virtus svolse anche tanti ritiri. I migliori in campo furono Paride Setti e Carlo Negroni.
Porretta Terme (BO) 26 giugno 1949
Porretta – Virtus Bologna 20-58
(Ferriani, Setti, Ca. Negroni, Rapini, Da. Zucchi, Bertoncelli, Bendandi, Ranuzzi, Marinelli)
Ezio Liporesi