A tre mesi dall’emergenza causata dalla riattivazione della frana in località Cà di Sotto, sita nel comune di San Benedetto Val di Sambro, le Amministrazioni comunali fanno il punto della situazione, tra interventi eseguiti ed ancora da eseguire in somma urgenza e futuri, chiedendo alle Istituzioni sovraordinate di definire un percorso di messa in sicurezza e risarcimento dei danni.
Dopo una prima fase di lavorazioni eseguite direttamente da Comune e Regione, la competenza è ora esclusivamente in capo alla Regione stessa la quale, anche a causa della stagione invernale, si è vista di fatto impossibilitata a proseguire gli interventi pensati a suo tempo che, dopo le nevicate delle prime settimane di dicembre, sostanzialmente non hanno visto passi avanti di rilievo.
Esprime la sua preoccupazione Alessandro Santoni Sindaco, di San Benedetto Val di Sambro“La riattivazione della frana di 30 anni fa, molto maggiore per dimensione e volumi di terra, ha purtroppo interessato diverse abitazioni lungo il movimento franoso ed in prossimità dell’invaso, a monte ed a valle dello stesso, ma ha anche creato situazioni di criticità legate alla sicurezza della fondamentale SP 61, della cabina di trasformazione dell’Enel, dell’impianto di sollevamento dell’acquedotto e del depuratore del Capoluogo: tutte situazioni queste potenzialmente a rischio nel caso dei peggiori scenari evolutivi. Terminata la prima fase di estrema urgenza, la prosecuzione dei lavori è ora completamente in mano alla Regione Emilia-Romagna, ed a riguardo quattro sono le domande che come Sindaci poniamo: con quali tempi e modalità si intende proseguire questa fase di messa in sicurezza; quali sono le ipotesi di intervento definitivo e relative tempistiche, le condizioni di stabilità del versante in caso di un importante innalzamento dei livelli del torrente Sambro; gli indennizzi per i cittadini coinvolti. Purtroppo la stagione invernale non consente le operazioni di scavo eseguite sino ai primi di dicembre, per tale motivo le lavorazioni si sono praticamente fermate già dalle prime settimane di dicembre ed oggi la gestione idraulica dell’invaso creatosi è legata solo al sistema di pompaggio, che oltre ad avere necessità di costante manutenzione e controllo, ha già dimostrato non essere adeguato per sopportare eventi importanti anche non di tipo eccezionale. Non nego che questa situazione di stallo dei lavori, associata ad una mancanza di prospettiva per il futuro ci preoccupa al punto che, già da tempo, stiamo sensibilizzando le Istituzioni deputate, anche in considerazione del fatto che una possibile ripresa dei movimenti possa non solo arrecare danno ad altre abitazioni, ma anche innalzare nuovamente i livelli del lago al punto da interessare le abitazioni e le diverse infrastrutture poste a monte ed a valle dello stesso”.
“Condividiamo le preoccupazioni relative al rallentamento dei lavori presso la frana di Cà di Sotto – aggiunge il Sindaco di Monzuno Bruno Pasquini – in una fase in cui non si è ancora raggiunta una sicurezza minima in caso di riattivazione del movimento franoso. Le caratteristiche di questa frana comportano allarmi immediati per tutta l’area, sia a monte che a valle nel territorio del comune di Monzuno. La presenza del lago artificiale, che minaccia costantemente le abitazioni locali fino a quelle all’incrocio dei due fiumi, richiede una risposta urgente e, soprattutto, il dovere di fornire informazioni chiare ai cittadini, con progetti che possano garantire una soluzione definitiva”.
Nel frattempo, si è formalmente costituita la Rete di comunità “Sambro al Bivio”, grazie all’azione di una sessantina di cittadini dei comuni di San Benedetto Val di Sambro e Monzuno, interessati dagli impatti della grande frana e dall’ostruzione del torrente, e che hanno spontaneamente promosso l’attivazione di tre gruppi di prossimità territoriale, al fine di ricercare il dialogo collaborativo con le istituzioni, raccogliere informazioni per promuovere la condivisione delle conoscenze e delle decisioni, collaborare per il mantenimento della fiducia tra cittadini ed istituzioni. Tale rete chiede principalmente e con forza di impegnarsi attivamente per dare immediato avvio agli interventi di messa in sicurezza, dando sostanza alle priorità che il Presidente De Pascale ha indicato nel nuovo programma di mandato presentato all’Assemblea Legislativa nella seduta del 10 gennaio 2025, partendo da un incontro pubblico sul territorio. “Personalmente ritengo che la nascita di questa rete rappresenti un valore aggiunto che caratterizza positivamente questa delicata emergenza – aggiunge il Sindaco Santoni – che sicuramente contribuirà a dare ancora più forza alla voce del territorio e delle due Amministrazioni Comunali di San Benedetto Val di Sambro e Monzuno. A riguardo, mi sono già attivato per chiedere un incontro istituzionale sia alla Presidenza della Regione, che ha mantenuto sotto di se la delega alla protezione civile, sia alla Prefettura di Bologna: spero che anche su questo fronte possano arrivare a breve risposte positive”.
Anche per il Sindaco Pasquini “La nascita della rete di Comunità “Sambro al Bivio” rappresenta un importante supporto per le amministrazioni nella raccolta di informazioni e nella ricerca di certezze indispensabili per le nostre comunità. In uno spirito di fiducia e collaborazione, auspico che la Regione Emilia-Romagna, responsabile dei lavori, mantenga l’attenzione su un problema che coinvolge tante persone e merita una pronta soluzione”.