Una mattina che si sperava più fresca ma che alla fine ha ancor di più esaltato il sollievo che solo la montagna e i suoi boschi sanno dare.
Un caffè, un cappuccino, una brioches nel trafficato unico bar della bella Castelluccio e poi partiamo per raggiungere Madonna del Faggio.
Siamo un bel gruppetto, otto esseri umani e tre cani, Blondie, Rum e Leo, bravissimi a rispettarsi e non infastidirsi tra di loro. Il solo piccolo Rum ad essere esaltato, in tutti i suoi 6kg e neanche un anno di vita, con tanti ormoni mossi da una giornata che sarà lunga ma di grande festa e che gli farà zampettare senza sosta tutti i 14 e passa km percorsi.
La camminata si prevede lunga ma facile, tutta strada fino a Tresana, poi sentiero per arrivare a Madonna del Faggio e di nuovo strada per il ritorno a Castelluccio.
Strada asfaltata, poi sterrata, poi di nuovo asfaltata, ma sempre stupenda.
Siamo a fine Luglio, l’Appennino è preso d’assalto dai tanti in cerca di fresco e il traffico di auto è abbastanza fastidioso anche se riesce comunque a cancellare la pace che castagni, faggi, aceri e pini riescono a trasmettere.
Se a Castelluccio l’aria è sorprendentemente, ancora afosa, dalla Pennola, piccolo bellissimo borgo immerso nel bosco, il fresco allieva le nostre fatiche e agevola le chiacchere, che fatte in mezzo al verde sono ossigeno per lo spirito e zucchero per i muscoli.
Fino a Tresana è tutto facile, incontriamo tutti i ciclisti che stanno andando al Faggio da Guido. Da Marco, il vincitore del Giro del mese di Giugno, al grande Romagnoli, fino a Stefano con gli amici del gruppo ABC, e dopo la faticosa salita per arrivare a Tresana anche i Maverix di Mambelli senza Mambelli infortunato. Daniele, la Michela, Giovy, e altri che dopo la prima salita sono pronti per scendere al Faggio. Per loro è solo l’inizio di una giornata lunghissima e stupenda che racconteremo presto.
Tresana lascia incantati tutti, le centinaia di ortensie fiorite, il castagno secolare, il ruscello che scorre, i prati sotto i castagni tenuti con l’erba all’inglese pronti ad accogliere il frutto dell’autunno che piano piano comincia a crescere nei primi ricci che stanno nascendo sui loro rami.
È un paradiso reso tale da chi ha adottato questo borgo, i proprietari delle case e dei boschi che lo circondano, che gli dedicano tempo, vita, amore.
Rimaniamo a Tresana qualche minuto, per riposare, per rinfrescarci, per far abbeverare le tre bravissime bestiole e per godere di così tanta bellezza.
Ero stato a Tresana solo in auto, e non ricordavo proprio la dura salita per arrivarci, e non conoscevo il sentierino per arrivare al Faggio.
Mi avevano detto che era fattibile anche in bici. Marco lo conferma, sale a Tresana e scende al Faggio in bici con borsoni annessi. Scende in bici, con la bici in spalla per metà sentiero, perché è difficile se non impossibile farla in sella, se non con una buona MTB.
(Quindi se vorrete farla in bici sappiate che c’è da camminare.)
Sentiero bello comunque e veloce.
Alla Madonna del Faggio le vele del Circuito, del Parco dei Ciliegi e di Malini si innalzano come protesi dei faggi che da anni proteggono il Santuario, dopo essere stati la casa di Maria che ne chiedeva la sua costruzione.
Guido è lì già da qualche ora, insieme a Cristian e agli altri volontari che mantengono il Santuario così bello e la foresteria a disposizione di tutti quelli che ne vogliono usufruire.
Cristian Vitali dà anima e corpo per il Faggio, volontario lui che è uno scrittore di successo, chiamato anche al Salone del Libro di Torino.
Tigelle, caffè, succhi di frutta, immancabili tortini Porretta, e l’acqua della sorgente. Tanti quelli che arrivano per il Circuito, saranno più di 50 le visite, e tantissimi i turisti in cammino verso Monte Acuto o verso lo Stellaio e i primi boschi toscani.
Il ritorno verso Castelluccio per la strada è occasione per salutare chi ancora deve arrivare al Santuario, Geppo, Frederik, Martina, la Betta e Luca, l’inarrestabile Nicoletta, la Valeria, Roberto, Fabio e tanti altri, che rallentano con grande piacere il nostro camminare.
È quasi l’una quando arriviamo a Castelluccio, una birra sarebbe la fine ideale di questa camminata ma il pranzo domenicale a casa aspetta diversi e chiudiamo con un saluto e un arrivederci a presto.
Tipo a Ronchidoso il 17 Agosto, che ne dite?