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CNA BOLOGNA – Elezioni comunali di giugno: le priorità per le imprese bolognesi

Antonio Gramuglia

 

Infrastrutture per la mobilità stradale e ferroviaria, azioni che favoriscano il reperimento della manodopera sempre introvabile per le imprese, protezione del territorio da fenomeni alluvionali, maggiore attrattività dei Comuni verso i turisti ma anche verso chi vorrebbe venirci ad abitare e lavorare.

Sono queste le priorità delle imprese che indicano ai candidati per la corsa a Sindaco il prossimo giugno nei 38 Comuni al voto nella Città metropolitana di Bologna, esclusa la zona imolese.

“Sarà un voto decisivo per il futuro dell’area bolognese – commenta Antonio Gramuglia, Presidente Cna Bologna -. Sono circa 6.000 le imprese nostre socie interessate, in quanto hanno la sede in questi 38 Comuni. Per questo motivo attraverso un questionario abbiamo chiesto quali fossero le loro priorità che indicano ai candidati in corsa e ai futuri Sindaci”.

“Naturalmente ogni Comune ha le sue specificità – prosegue Antonio Gramuglia – ma è possibile a livello metropolitano individuare quali siano trasversalmente ai territori le priorità delle imprese bolognesi. In ogni caso Cna ha realizzato sondaggi in tutti e 38 i Comuni, per cui, oltre al documento metropolitano, abbiamo anche le priorità delle imprese Comune per Comune che presenteremo ai candidati di ciascun territorio. Cna Bologna non esprimerà preferenze sui candidati, gli associati voteranno secondo la loro coscienza senza che Cna li orienti, ma la nostra Associazione vuole essere attore protagonista nella campagna elettorale perché i temi e le problematiche delle imprese abbiano un ruolo rilevante nei programmi dei candidati”.

Dunque, sono le infrastrutture per la mobilità la prima delle priorità per il 70% delle imprese bolognesi. “Che si chiamino Porrettana in Appennino, Persicetana nelle Terre d’Acqua, Fondovalle Savena per la zona Savena Idice, per le aziende perdere tanto tempo in coda nel traffico significa una minore competitività coi concorrenti nazionali ed esteri – prosegue Gramuglia –. È vero che spesso sono gli enti superiori che se ne devono occupare in primis (Governo, Regione, Città Metropolitana) però anche i Comuni hanno un ruolo decisivo nell’orientare le scelte e possono anche intervenire direttamente con strutture che velocizzino il traffico: rotonde, circonvallazioni ecc. Inoltre, per noi mobilità non è solo stradale, ma anche ferroviaria; quindi, le aziende chiedono un’accelerazione sui tragitti in cui orari cadenzati e più frequenti darebbero un’alternativa all’auto”.

Sono praticamente tutte le imprese a lamentarsi della difficoltà a reperire manodopera. continua Gramuglia –. Lo sforzo dei Comuni per trovare soluzioni a questo tema è la seconda priorità, per il 50% delle aziende (nel questionario potevano scegliere tre opzioni). Come? Lavorando insieme alle scuole affinché orientino studenti e famiglie verso percorsi scolastici che possano dare come sbocco mestieri artigiani. Creando percorsi formativi per ricollocare persone in cerca di lavoro. Informando i cittadini sulle opportunità di lavoro proposte dalle aziende del territorio”. “Le imprese sono rimaste impressionate e preoccupate di come i fenomeni atmosferici in questi ultimi anni abbiano provocato allagamenti, frane e alluvioni – aggiunge Gramuglia –. Quindi considerano le misure di protezione contro il rischio idrogeologico la terza priorità in assoluto, con una media del 45% nelle risposte dei questionari. Poi ogni Comune ha la sua specificità, non tutti sono stati colpiti allo stesso modo dalle alluvioni del maggio 2023. Ma certamente: rafforzamento degli argini, pulizia dei corsi d’acqua, sistemazione dei fossi ai bordi delle strade e dei sistemi fognari, protezione dei terreni franosi e sistemazione delle strade e dei ponti tuttora dissestati, sono necessità comuni a tutti”.

“Un ragionamento molto importante emerso praticamente in tutti i Comuni – conclude Gramuglia – è una richiesta di maggiore attrattività da parte dei loro territori. Lo chiede il 25% delle imprese. Attrattività che si può distinguere in due categorie: di carattere ‘turistico’ aumentando le occasioni culturali, spettacolari, enogastronomiche in grado di portare visitatori nei loro Comuni. Questo a vantaggio soprattutto delle imprese di prossimità che potrebbero vedere aumentati i loro clienti e non essere costrette a chiudere. Ma attrattività anche verso nuovi cittadini interessati a venire ad abitare con le loro famiglie nei Comuni, cittadini che potrebbero anche costituire quel personale ricercato dalle imprese. Il problema è l’elevato costo di case ed affitti praticamente in tutti i Comuni. È molto interessante comunque vedere come i Comuni non vengano visti come luoghi semplicemente ‘vicini’ al capoluogo grande attrattore, spesso come ‘quartieri dormitorio’, ma luoghi che devono essere abitati e vissuti dalle comunità che decidono di insediarsi, aziende comprese”.

Per quanto riguarda le altre priorità individuate dalle imprese, un 30% chiede un maggiore snellimento burocratico, pur riconoscendo in generale un miglioramento da parte delle Amministrazioni comunali. Un 20% evidenza il problema della sicurezza, che per le imprese significa soprattutto furti nei capannoni. Quindi vengono richiesti incentivi per poter acquistare strumenti di videosorveglianza. Un 15% propone agevolazioni fiscali alle neoimprese nei loro primi anni di vita. Il tema della fiscalità locale non è in cima alle priorità ma solo perché le tasse per le imprese sono di carattere nazionale, a livello locale però si sottolinea come la Tari dovrebbe premiare maggiormente le aziende che smaltiscono direttamente i loro rifiuti. Il tema delle infrastrutture digitali è una priorità per il 10%, quindi molto meno rispetto a cinque anni fa. Segno che la fibra ottica in cinque anni ha raggiunto molti Comuni e aziende, ma sono ancora numerose quelle che faticano a connettersi ad internet. Infine, sul capitolo appalti, vale lo stesso discorso della fiscalità: sono pochi quelli messi a bando dai Comuni che possono interessare artigiani e pmi. Quindi la richiesta è di aumentare il numero di appalti, più a misura di piccola impresa

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