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SANITA’- 24 ore al giorno: la denuncia della FIALS ai carabinieri del NAS

La grave carenza di personale tra le corsie del Policlinico Sant’Orsola, che la Fials denuncia ormai da mesi, si ripercuote sul lavoro degli operatori sanitari. Questi ultimi, infatti, sono costretti a fare anche 20 ore complessive di lavoro al giorno. Mettendo a rischio, non solo la propria salute, ma anche la tenuta dei servizi clinico-assistenziali in favore dell’utenza. Va ricordato che il riposo giornaliero è quantificato in 11 ore consecutive, ogni 24 ore. Di conseguenza, l’orario massimo è di 13 ore giornaliere. Il Policlinico va, di fatto, a violare la normativa del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66.
Focus sulla situazione dei lavoratori al Sant’Orsola
Nei reparti di medicina del Sant’Orsola il personale è costretto a saltare i riposi previsti dal contratto e viene obbligato a coprire i turni mattina e notte, lavorando anche 20 ore complessive nell’arco di 24 ore. In violazione delle più basilari norme di sicurezza e di salute sui luoghi di lavoro, sancite dal decreto del lavoro 81/2008. L’art. 18 bis, co. 3 e 4, del D. Lgs. n. 66/2003 (introdotto dall’art. 1, comma 1, lett. f., del D. Lgs. n. 213/2014) stabilisce le sanzioni applicabili dal datore di lavoro che non rispetta la durata massima dell’orario di lavoro. Secondo l’art. 4 del D.Lgs. n. 66/2003 a stabilirne la durata massima settimanale sono i contratti collettivi di lavoro. Essa non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore, comprese le ore di lavoro straordinario.
La posizione della Fials
Il Segretario Regionale Fials Emilia-Romagna, Alfredo Sepe, ha dichiarato a riguardo: “Visto che le richieste della Fials non sono state ascoltate dalla direzione generale del Policlinico Sant’Orsola, presenteremo formale esposto ai Carabinieri del Nas per chiedere di sanzionare l’Azienda. Come, peraltro, prevede la normativa di riferimento sulla suddetta tematica”.
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