Riorganizzazione del presidio sanitario di Vergato

Funzionalità e vocazioni per la comunità territoriale

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Ospedale di Vergato

 

Si è riunito questa mattina in municipio a Vergato il Tavolo per la riorganizzazione ospedaliera, con particolare focus sul presidio sanitario di Vergato. Nascerà il CAU, Centro di Assistenza in Urgenza, destinato a snellire l’attività dei Pronto Soccorso. Sarà H24: una porta di accesso delle urgenze sempre aperta, non una mera guardia medica in presenza, ma una struttura evoluta nei protocolli operativi con un’interazione con il reparto stesso, con la possibilità di ricovero nei casi che risultino idonei ad essere accolti dalla struttura ospedaliera. Sarà un riferimento di rientro per la ambulanze attivate dalla cittadinanza su casi che si dimostrano non particolarmente gravi e quindi gestibili nei protocolli del CAU stesso. Importanti gli investimenti in attrezzature diagnostiche, in primis la nuova TAC che andrà a sostituire quella attualmente in uso che a breve non sarà considerata idonea dai protocolli operativi per le normative europee, a causa della trasmissione di radiazioni che sforeranno i parametri dei nuovi standard indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“Dalla prima proposta tecnica che ci fu fatta ad aprile – spiega il Sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri – dove sostanzialmente veniva trasformata la struttura dell’ospedale di Vergato in un ospedale di comunità, con la perdita di tutta una serie di servizi collaterali di diagnostica in urgenza e di accessibilità dei cittadini, situazioni di difficoltà tra cui la perdita del reparto di medicina generale, la situazione è ora molto evoluta, grazie all’interlocuzione istituzionale – spesso anche aspra e forte – che ha visto nell’assessorato regionale alla sanità un interlocutore fondamentale. Ora siamo arrivati a una situazione dove il reparto medicina viene mantenuto e non solo: viene anche effettuato un concorso per i primari, elemento fondamentale per la sua tutela. E’evidente che i timori ci sono, fin dalla proposta della sostituzione del CAU al posto del Pronto Soccorso, ma sostanzialmente quest’ultimo avrebbe avuto vita breve per tutte le criticità che a livello nazionale – non solo in Emilia-Romagna – si stanno palesando, quali la mancanza di medici specializzati nel settore. Questa forma, se bene strutturata e organizzata, diventa garanzia per tutta la funzionalità dell’ospedale stesso. Non ultimo ma fondamentale: la riattivazione dei servizi di chirurgia ambulatoriale con una gamma delle attività e delle possibilità di intervento a livello ospedaliero ambulatoriale, potenziata fino a 5.000 interventi l’anno. Il quadro è sicuramente molto interessante e i timori ci sono dal punto di vista operativo perché le criticità che si sono palesate negli anni passati non hanno permesso la realizzazione del piano di riordino proposto nel 2017. Dobbiamo tutti essere responsabilmente propositivi neldialogare per sviluppare questi servizi nella maniera più efficiente ed efficace possibile per i nostri cittadini”.

“Siamo qui a confrontarci con gli amministratori e con i nostri interlocutori territoriali – afferma Raffaele Donini, Assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia- Romagna perché vogliamo accompagnare questa fase molto delicata della sanità territoriale. Stiamo investendo sull’emergenza-urgenza per arrivare sempre più rapidamente a prendere in carico i cittadini che hanno gravi problematiche di salute a rischio vita. Per fare questo abbiamo investito risorse per la nuova flotta degli elicotteri, per l’elisoccorso, voliamo anche di notte. E’ aumentato moltissimo il loro utilizzo e stiamo realizzando piazzole di atterraggio in tutta la regione: sono 270 e qualche tempo fa erano poche decine. Abbiamo il medico Link in centrale 118, a supporto delle operazioni di soccorso. Abbiamo una buona dotazione di mezzi avanzati di soccorso tra auto mediche e auto infermieristiche. Sul piano invece della gestione dei casi che solitamente sono di bassa complessità, codici bianchi e verdi, che sono il 70% in media – qui a Vergato anche molti di più – degli accessi al pronto soccorso, vogliamo creare delle strutture. Lo faremo riorganizzando la continuità assistenziale attraverso una buona formazione, la dotazione di tecnologie di diagnostica, attraverso la loro riorganizzazione, in modo da aprire dentro all’ospedale di Vergato questi presidi H24, sette giorni su sette, che gestiranno praticamente la quasi totalità degli accessi. Si potrà anche ricoverare a Vergato, come già avviene oggi, e in più abbiamo intenzione di investire qui: fra qualche giorno partirà il concorso per primario di medicina e quindi resterà certamente un ospedale per acuti. Avremo la nuova TAC altamente tecnologica, in sostituzione di quella attuale, e cercheremo di migliorare anche la chirurgia ambulatoriale che riprenderà a pieno regime anche con una collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli”.

“Preso atto purtroppo della necessità di riconvertire il Pronto Soccorso – aggiunge Alessandro Santoni, Presidente del Comitato del Distretto Socio Sanitario dell’Appennino bolognese in questi mesi abbiamo lavorato per migliorare la proposta complessiva. Ciò che però chiediamo sono garanzie sul funzionamento futuro dell’ospedale, condizione necessaria per dare servizi di qualità e per mantenere la fiducia dei cittadini”.

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