Il “NAISMITH TROPHY” , L A COPPA PER I CAMPIONI DEL MONDO DI BASKET ESPOSTA PRESSO IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PONTE DI PORRETTA
Chi non è un appassionato dello sport della palla a spicchi probabilmente non sa cosa rappresenti il “Naismith Trophy”.
Si può intuire che si tratta di un “trofeo” e approfondendo si può scoprire che sia dedicato a James Naismith, l’inventore delle 13 regole della pallacanestro.
Ebbene il Trofeo Naismith è la coppa che viene assegnata alla nazionale vincitrice del campionato mondiale di basket, la cui prossima edizione si terrà in agosto in Indonesia, Filippine e Giappone.
Qualche giorno fa sul sito della FIBA, la Federazione Internazionale di pallacanestro, veniva riportata la seguente notizia “Il Naismith Trophy visita l’Italia e la Santa Patrona del basket ”: https://www.fiba.basketball/basketballworldcup/2023/news/naismith-trophy-visits-italy-and-patron-saint-of-basketball
Il Santuario della Madonna del Ponte di Porretta è stato scelto a livello internazionale come una delle mete di un viaggio della coppa iniziato in maggio in Cina e che coinvolge tutti e 32 i paesi che parteciperanno al mondiale in modo da consentire a tutti i tifosi baskettari di vedere da vicino il trofeo.
La coppa intitolata a Naismith è arrivata a Porretta il 13 giugno u.s. ed è stata esposta all’interno del Santuario della Madonna del Ponte di Porretta come comprovano le bellissime foto riportate sul sito della FIBA.
Ci si sarebbe aspettato per la circostanza, attraverso un adeguato servizio di comunicazione, un coinvolgimento della popolazione, soprattutto dei giovani che praticano basket a livello locale e di tutti quegli appassionati che avrebbero potuto cogliere questa opportunità pressoché unica per farsi un selfie davanti al trofeo che coronerà presto il successo dei futuri campioni mondiali di basket.
Invece, la coppa è stata esposta per le foto di rito tra pochi intimi, quasi si fosse voluto nascondere, per ragioni del tutto incomprensibili, un evento di indubbia rilevanza internazionale con un eccezionale riflesso promozionale sull’intero territorio dell’Alta Val del Reno.
Oltre al Santuario la coppa avrebbe potuto trovare altre location per potere essere ammirata, come la piazza o la sala del Comune a Porretta o la sede della risorta Società delle Terme.
Si sarebbero potute raccogliere delle offerte da utilizzare per le necessarie migliorie all’allestimento del Santuario, che, purtroppo, non sono state in alcun modo apportate: chi entra oggi nel Santuario non trova nulla (es. una targhetta, una didascalia, un pannello, una legenda, un quadro illustrativo, etc ) da cui poter desumere che si tratta del sito religioso della Patrona nazionale (non rionale) del basket, sebbene il riconoscimento Vaticano risalga ormai al 12 Aprile 2022!!
Sono quasi dieci anni che dal versante di questa rivista si mettono in risalto le potenzialità della Patrona del basket come volano di sviluppo sportivo e turistico dei territori dell’Alta Val del Reno.
Ma se anche di fronte ad occasioni irripetibili, come quella appena irresponsabilmente persa, l’atteggiamento complessivo delle autorità civili e religiose locali rimane quello improntato a indifferenza e pressapochismo, forse occorrerebbe davvero un miracolo per un cambio di rotta.
Lo scorso mese di maggio è apparso sul “Boston Globe” , quotidiano di Boston, un articolo intitolato “I Celtics hanno bisogno di un miracolo. In Italia c’è un santuario per questo”. https://www.bostonglobe.com/2023/05/25/sports/celtics-need-miracle-italy-theres-shrine-that/
I Celtics sono la squadra di basket NBA di Boston che ha chiuso la stagione in modo a dir poco deludente; il giornalista – Alex Speier – per riportare al successo il team bostoniano auspicava un miracolo proprio invocando la Patrona del basket di Porretta.
Così come per i Celtics di Boston è stato implorato un miracolo della Madonna dei cestisti di Porretta, anche a noi non resta altro che affidarci a Lei, affinché possa illuminare e guidare il cammino nel solco del “cambio di rotta” così tanto auspicato e quanto mai necessario per dimenticare presto la “bruttissima pagina” della storia qui raccontata .