Renonews.it

Editoria: Esce il libro dedicato a Renato Dall’Ara, leggendario presidente del Bologna Calcio

Al centro della foto Renato Dall’Ara e Fulvio Bernardini

Immaginate un giovane tifoso accompagnato per la prima volta allo stadio per vedere una partita della sua amata squadra di calcio. Davanti all’imponente struttura gli occhi del bambino raccontano emozione e gioia perché da lì a poco vedrà i suoi beniamini scorrazzare nello storico rettangolo di gioco. La cartellonistica è eloquente: Stadio Comunale “Renato Dall’Ara”, così denominato nel 1983 ancora prima dell’importante ristrutturazione operata per ospitare i Mondiali di calcio del 1990. Il giovane tifoso Matteo chiede a papà: chi era Dall’Ara? “Figlio mio il signor Renato è stato un grande presidente del nostro Bologna, un giorno ti racconterò la sua storia”. A distanza di tanti anni il racconto di papà Marco diventa realtà e va a colmare un vuoto nella Collana ufficiale del Bologna FC 1909, diretta da Carlo Caliceti e edita da Minerva.

Dall’Ara nel suo ufficio

Renato Dall’Ara era un imprenditore locale che per ben trent’anni è stato il padre padrone del blasonato Bologna F. C., lo storico club di calcio della Dotta Bologna. Sotto la sua presidenza il club rossoblù vinse cinque scudetti, una Coppa d’Europa Centrale, il Torneo di Esposizione di Parigi ed una Mitropa Cup. Reggiano di nascita, Dall’Ara in città impianta un’azienda di termo maglieria e siccome gli piaceva il football andava al vecchio Littoriale per godersi le partite. Nel 1934 fu invitato ad occuparsi in prima persona del Bologna F.C. e lui accetta senza troppe esitazioni. Così quasi per gioco nasce un sodalizio solido e fruttuoso che durerà per 30 lunghi anni. Eppure, Dall’Ara non era Bolognese, ma conquista a ragion veduta il “titolo”, sottolinea l’attuale presidente del sodalizio calcistico Joey Saputo. “È vero che bolognesi si nasce, ma è anche vero che lo si diventa, che si sia nati a Friburgo come il nostro primo presidente Louis Rauch o a Reggio Emilia come il grande Renato”. Ma tutto si riconduce al senso di appartenenza che il signor Renato aveva. Senza questo non sarebbe stato possibile coltivare tanta passione con conoscenza e lungimiranza.

Marco Tarozzi

Il giornalista e autore Marco Tarozzi fa rivivere il mito Dall’Ara in 180 pagine di pura passione calcistica. E lo fa in punta di piedi grazie ad una accurata ricostruzione svolta insieme alla dinastia dei nipoti di Dall’Ara: RiccardaPatriziaRoberto e Stefano.

Ne esce una pubblicazione d’altri tempi raccontata in prima persona e il sottotitolo spiega ampiamente l’originalità dell’opera, “Renato sono io”. Appunto “è lui” a raccontarsi tramite la penna romanzata di Tarozzi.

 

 

Aneddoti e curiosità sono l’anima di questo vissuto che riporta il lettore in un contesto borghese minato dalle Due Guerre. La famiglia Dall’Ara era di Castelvecchio, frazione di Baiso, nel reggiano. Renato è cresciuto nel podere di famiglia, la Stracchina, dove scorrazzava in bicicletta. Era appassionato delle due ruote e partecipava alle gare organizzate in provincia. Poi arriva il pallone, per passione, per amore. “La ricostruzione calcistica di Dall’Ara – afferma il Sindaco Matteo Lepore – corre in parallelo a quella politica portata avanti dal Sindaco Giuseppe Dozza. Il nipote Stefano non nasconde il percorso emozionale che ha investito lui, suo fratello e le due sorelle. “Avevo appena un anno quando il nonno è mancato, ma abitavamo nel palazzo dove aveva sede la sua amata azienda: sono cresciuto lì insieme alla famiglia. Respiravamo l’amore per Renato e per il Bologna F.C. e questo libro ci permette un tuffo nei nostri più intimi ricordi. Entriamo nella storia con partecipazione, certamente, ma allo stesso tempo vogliamo mantenere un profilo basso perché il protagonista è lui, Renato”, conclude il manager di Coop Alleanza 3.0 con un passato di giocatore di basket nel Gira, storico sodalizio della pallacanestro ozzanese.

 

Vittorio Pozzo e Renato Dall’Ara

 

Dall’Ara per Bologna e il Bologna ha rappresentato tutto: costruzione e ricostruzione fino a raggiungere il blasone conosciuto ai più. Lo si ricorda in primis per l’ultimo scudetto vinto nel Sessantaquattro, anno in cui il Commendatore lascia la vita terrena, ma come abbiamo già sottolineato le vittorie a lui iscritte rappresentano un record per il club e per il calcio italiano: fino a prova contraria nel massimo campionato di serie A non esiste una presidenza così longeva e vincente.  Dall’Ara ha segnato un’epoca, non solo per i colori rossoblù, per questo motivo la Figc lo ha inserito nel 2017 nella propria Hall of Fame.

 

Il feretro di Dall’Ara accompagnato dai suoi “ragazzi”

Quattro giorni prima dello spareggio scudetto di Roma lo tradisce il cuore. Il 3 giugno 1964 Dall’Ara si trova negli uffici della Lega a Milano, davanti al presidente Giorgio Perlasca e al rivale presidente dell’Inter Angelo Moratti. Da mesi era rintanato in casa per problemi cardiaci: un malore lo aveva messo all’angolo, sentiva stanchezza e affaticamento, eppure minimizzava l’accaduto e la trasferta sotto la Madonnina era da fare senza troppe esitazioni per discutere i dettagli legati allo spareggio.

I teatrini con il Sindaco Dozza e con i suoi amati giocatori, il rapporto con la moglie Nella e con la famiglia, il quartier generale in via Boldrini, angolo Amendola e tanto altro lo possiamo leggere nell’opera “DALL’ARA, Renato sono io”, in vendita singolarmente (prezzo di copertura 20 euro) o in abbinamento in uno speciale cofanetto insieme alla pubblicazione “Commendator Paradiso”, a firma del compianto Gianfranco Civolani.

Il libro sarà presentato alla città il 14 dicembre, in Sala Borsa, Piazza del Nettuno. Da non perdere.

La presentazione nella Sala Stampa dello Stadio “Dall’Ara”

Exit mobile version