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CAI EMILIA ROMAGNA – “Un altro Appennino è possibile”: in presidio per il Corno alle Scale

 

 

Comunicato del “CAI – Gruppo Regionale Emilia Romagna”:

Il comitato “Un altro Appennino è possibile”, composto, insieme al Cai
Emilia-Romagna, da Legambiente, WWF, Mountain Wilderness, Italia Nostra, Federtrek,
AsOER, TrekkingItalia, Amici dei Parchi di Monteveglio e dell’Emilia, Comitato Bazzanese
Ambiente e Salute e 6000 Sardine, illustrerà i motivi della sua opposizione all’infrastruttura.

Nel corso della giornata ci saranno animazioni e narrazioni, oltre a interventi di guide
ambientali e naturalisti sugli ecosistemi protetti del Corno alle Scale. L’appuntamento è
previsto per domenica 26 settembre alle ore 9:30 al parcheggio del Rifugio Cavone
(Lizzano in Belvedere) per poi raggiungere il Lago Scaffaiolo alle 12:30.

«Se solo pensiamo agli oltre 200 impianti sciistici al di sotto dei 2000 metri che tra le alpi e
gli appennini sono completamente abbandonati, se pensiamo a quanto in questi ultimi anni
si è detto a livello mondiale sulla decarbonizzazione e sulla necessità di ridurre gli sprechi,
l’invito ad utilizzare le risorse con oculatezza e nel rispetto della natura, di cui facciamo parte e non ne siamo i padroni, e poi vedersi in prima pagina riproposte soluzioni che nulla di ecosostenibile hanno, lascia l’amaro in bocca. Il Cai è una sentinella del territorio, non
manca e non mancherà di segnalare situazioni anomale e quindi, faremo sempre sentire la
nostra voce, nella speranza che poi venga ascoltata», ha dichiarato il Presidente del Cai
Emilia-Romagna Massimo Bizzarri.

Una posizione rafforzata dal pronunciamento del Consiglio di stato che ha ritenuto fondate
le argomentazioni del comitato. Infatti, “Un altro Appennino è possibile” aveva chiesto una
domanda di sospensiva del provvedimento con cui la Regione Emilia-Romagna aveva
ritenuto non necessaria la sottoposizione a Valutazione di Impatto Ambientale del progetto.
Il Consiglio di Stato ha disposto che il tribunale amministrativo di Bologna si occupi
dell’approfondimento dei motivi dell’impugnazione del provvedimento regionale.
Dall’obbligo di sottoporre il progetto alla Via, alla definizione di nuova costruzione
dell’intervento di realizzazione della seggiovia. Al contrario la Regione e il comune di
Lizzano in Belvedere sostengono che si tratta di una modifica o di un’estensione
dell’impianto già esistente.

A marzo scorso il comitato aveva lanciato la campagna di crowdfunding “Questa è la VIA!”,
per sostenere le spese necessarie alla presentazione della domanda di sospensiva del
provvedimento, con l’obiettivo di raccogliere 7000 euro in tre settimane. La cifra a conferma della grande attenzione all’impatto ambientale, è stata raccolta in tre giorni e poi
raddoppiata, con centinaia di donatori.

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