Tiziano Meneghetti
Un impegno concreto
Nei primi giorni del mese scorso è improvvisamente venuto a mancare l’ing. Tiziano Meneghetti, lasciando sgomenti amici e parenti, che avevano sempre apprezzato l’entusiasmo e l’impegno con cui egli si dedicava i suoi vari progetti, da quello della Cittadella Giudiziaria nell’area ex Staveco, alla ricerca di nuove tecnologie per la sicurezza delle infrastrutture stradali e ferroviarie ed in particolare dei ponti, a cui aveva dedicato tante energie negli ultimi tempi per l’attivazione di sistemi di preallertamento ed allertamento in caso di criticità dei ponti a livello strutturale.
L’ing. Tiziano Meneghetti ed i suoi ponti
Il progetto che gli era più caro, e che proprio in questi giorni si avvia ad essere realizzato, era quello rivolto alla possibilità di dare una risposta concreta alle fasce sociali più deboli ed in difficoltà, in particolare ai giovani, a seguito della pandemia, e agli immigrati, per offrire loro un lavoro per la salvaguardia del territorio, con il recupero dei vecchi siti ed una ripresa delle coltivazioni in molti territori montani abbandonati, recuperando altresì vecchi mestieri e tradizioni, di cui il territorio della Provincia di Bologna è così ricco.
Tiziano, assieme al suo gemello Fiorenzo, con il loro entusiasmo, avevano ottenuto il consenso e l’aiuto della Curia di Bologna, coinvolgendo i comuni della Città Metropolitana in questo ambizioso piano di rinascita e rigenerazione del territorio, sul quale c’è ancor moto da fare, ovviamente, poiché richiede una sinergia tra i vari Enti pubblici, ma anche tra le Istituzioni ed i Cittadini.
Ciò che spingeva Tiziano a questo impegno, e che dobbiamo condividere, era principalmente l’amore cristiano, unito ad un forte senso civico e sociale e di amore per le persone disagiate ed in gravi difficoltà economiche, come la massa degli immigrati che, dopo aver rischiato la vita con viaggi inenarrabili, ora si trovavano completamente abbandonati a sé stessi, non meno di chi a causa del covid ha perso ogni speranza di sopravvivenza. Il progetto dei fratelli Meneghetti cercava di offrire loro una possibilità di lavoro onesto e giustamente retribuito, togliendoli dalle mani della criminalità che li avrebbe spinti inevitabilmente ad attività come traffico di droga, prostituzione o accattonaggio, e dei caporali che avrebbero offerto loro, sì, un lavoro, ma a condizioni di sfruttamento inumane.
Oggi tutti gli amici dei fratelli Meneghetti si sentono dunque coinvolti ma soprattutto uniti in questo progetto, non solo per il suo immenso valore umano e sociale, ma anche per la volontà di onorare e di portare a compimento l’opera del caro Tiziano, che tanto lo aveva appassionato negli ultimi periodi della sua vita.
Gianluigi Pagano