Un’indagine osservazionale che coinvolge oltre cento dipendenti di Emil Banca contribuirà a capire il ruolo della Vitamina D nella prevenzione di diverse patologie, compresa l’infezione da Covid 19, soprattutto delle complicanze più gravi
Sono oltre 100 i dipendenti di Emil Banca che dai primi mesi del 2021 si stanno sottoponendo, sotto sorveglianza medica, ad un’indagine che prevede la somministrazione di vitamina D e che cerca di fornire ulteriori dati nella prevenzione di diverse patologie, compresa l’infezione da Covid 19, soprattutto nelle sue complicanze più gravi.
L’indagine, a cui i collaboratori di Emil Banca si sono sottoposti volontariamente, è stata proposta alla Bcc emiliana dal Dott. Enrico Montanari, Direttore Scientifico della rivista medica Elisir di Salute che, visto l’evento pandemico che sta caratterizzando questo momento storico, ha proposto di attivare un percorso di medicina preventiva rivolto ai dipendenti dell’istituto. Lo studio coinvolge altri clinici della Regione Emilia Romagna tra cui il Dott. Claudio Caprara, Specialista in Igiene e Sanità Pubblica, Medicina Interna e Medicina del Lavoro, e rientra in una ricerca più vasta svolta in collaborazione con il Prof. Vincenzo Romano Spica, Ordinario di Igiene e responsabile del Laboratorio di Epidemiologia e Biotecnologie, nell’Università di Roma “Foro Italico”.
Al momento, circa 150 persone hanno già aderito al progetto e si sono sottoposte ad un prelievo ematico per conoscere i propri livelli di Vitamina D. I dati preliminari confermano una diffusa insufficienza e talora grave carenza di Vitamina D. A 114 soggetti è stato rilevato un valore inferiore a 30 ng/ml e sono stati così ammessi allo studio. Per un periodo di 3 mesi, una volta al giorno, assumeranno Vitamina D3 attraverso uno spray orale segnalando (oltre che ovviamente al proprio medico curante) al Dottor Montanari l’eventuale comparsa di sintomi similinfluenzali. Un ulteriore prelievo ematico a distanza di alcuni mesi dall’inizio della sperimentazione servirà per verificare il miglioramento dei parametri e a perfezionare l’intervento di promozione della salute attraverso eventuali ulteriori accertamenti.
A fine studio, verrà verificato, per quanto possibile, anche il numero e la gravità delle eventuali infezioni da COVID 19 nel periodo di osservazione.
“Negli ultimi decenni la carenza di Vitamina D è stata messa in relazione con diverse patologie quali diabete, tumori, malattie cardiovascolari e autoimmuni. Inoltre – spiega il Dottor Montanari – decine di Studi scientifici nazionali e internazionali suggeriscono che la vitamina D possa avere un ruolo di “protezione” nei confronti delle infezioni virali e respiratorie, inclusa l’attuale infezione da COVID-19. La vitamina D – continua Montanari – è un nutriente essenziale contenuto naturalmente in alcuni alimenti, seppure a dosi molto basse, per cui spesso l’alimentazione risulta insufficiente a mantenere livelli adeguati di questa importante vitamina; anche l’esposizione al sole si è dimostrata poco efficace per raggiungere il fabbisogno giornaliero. L’obiettivo di studio è quindi quello di verificare l’utilità della somministrazione giornaliera di integratori di Vitamina D3 in soggetti potenzialmente esposti al contagio virale, con somministrazioni giornaliere a basse dosi (1.000-4.000 u.i.) che si sono dimostrate maggiormente efficaci in quasi tutti gli Studi scientifici internazionali.”
I primi risultati dello studio sono attesi per l’estate, dopo che ai soggetti coinvolti verrà sottoposto anche un questionario sul proprio stile di vita.
L’analisi epidemiologica dei risultati di questa osservazione, grazie ad accordi con altri studiosi, potrà contribuire al progresso scientifico sul tema, confluendo in ricerche scientifiche più vaste finalizzate alla prevenzione del COVID-19; l’azione combinata dei vaccini e altre misure di prevenzione, insieme a un’integrazione con la Vitamina D3, potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nell’eradicazione totale dell’attuale infezione pandemica virale.