APPENNINO: Un ricordo di Remo Boschi

0
542

 

È morto un Amico, un Grande Amico. Un uomo buono, di cuore. Una persona onesta che ha combattuto per tutta la vita la “buona battaglia”. Una Storia di servizio che parte da un’epoca che pare lontanissima, quella Prima Repubblica, allora in fasce, figlia di un popolarismo che seppe farsi strada anche da noi … qui … in Montagna. In questo Appennino avaro, lontano, generoso solo se amato con abnegazione.

E questo ha fatto, incessantemente, Remo Boschi.

Il Suo cooperativismo era figlio spirituale di quella corrente DC umanitaria, amica degli ultimi, che aveva come primo alfiere il Senatore Giovanni Bersani, Uomo che sognò tanto e tantissimo seppe realizzare, a dispetto di ogni difficoltà.

Ecco, penso che Remo fosse uno dei suoi Figliuoli più diligenti; con la sua devozione ed il suo servizio ha fatto vivere quella “Terza Via” assieme ed oltre il transito terreno del Senatore Bersani, continuando a portare la Buona Novella di un umanitarismo mai ostentato, discreto, ma dal grande frutto.

Parrebbe ora qui riduttivo parlare solo delle sue ultime fatiche, il Castagneto di Varano, il Birrificio, la Xiloteca.

Nei suoi vispi occhi, che avevo incrociato per quella che non pensavo sarebbe stata l’ultima volta, solo la scorsa primavera, si poteva leggere un modo ed un mondo antico, proiettato sempre al futuro: la sua meravigliosa contraddizione.

Remo fu nel suo ultimo tratto di vita, l’alfiere di una idea di sviluppo sostenibile che solo oggi, a livello nazionale, pare essere recepita: sviluppo e lavoro attraverso la glorificazione, e non lo sfruttamento, della Natura.

Le giornate passate insieme in Comunità Montana e presso Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, con l’aiuto dell’Amico di sempre, l’insostituibile Antonio “Tonino” Rubbi, con lui capace di trovare soluzioni e risultati davvero inattesi e sempre positivi, si stagliano ora innanzi a me con nitida chiarezza. Nulla era per caso, ed un filo invisibile guidava le loro parole, nella reciproca convinzione che tutto ciò che veniva esposto era necessario. In quel gioco di intese nessuna artata sovrastruttura, solo un concreto realismo rivolto ai bisogni primari.

Con Remo se ne va un Soldato di un Mondo e di un Progetto che sta in tutti noi raccogliere: fare della Comunità una Società, fare dell’armonia con la Natura un lavoro.

Ciao Remo.

 

Enrico Bittoto

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here