LIGABUE, ONLINE IL VIDEO DELLA MOSTRA CON IL COMMENTO DI SGARBI: “PALAZZO DEI DIAMANTI CELEBRA UN GRANDE ARTISTA, CAPACE DI ARRIVARE DIRETTAMENTE AL PUBBLICO”

 “Ligabue è un grande artista, un fenomeno, anomalo, singolare. I critici d’arte lo hanno sempre evitato, ma lui resiste, nonostante l’indifferenza della critica, e lo fa comunicando direttamente con le persone. In questo sta la misura della sua grandezza: Ligabue scavalca la critica e parla al pubblico”.

Così il presidente di “Ferrara Arte” Vittorio Sgarbi in un video che ripropone le immagini della mostra antologica dedicata ad Antonio Ligabue a palazzo dei Diamanti, chiusa a seguito del dpcm del 3 novembre 2020. Il video è sui canali di Ferrara Arte (https://www.facebook.com/watch/?v=1111410992612803) ed è ripreso anche sulla pagina del Comune di Ferrara (https://www.facebook.com/watch/?v=1115113162242586).

“A palazzo dei Diamanti abbiamo concepito la prima monografica di Ligabue – spiega Sgarbi –, secondo uno schema di disposizione delle opere per soggetti, in un percorso cronologico. Qui celebriamo un grande artista come si celebrano De Nittis, fra i contemporanei Banksy, in passato Sironi. E’ cosa buona e giusta perché si tratta a tutti gli effetti di un grande artista, la cui immaginazione è dentro di noi. Ligabue ha scavalcato la funzione di mediazione della critica, riuscendo a entrare nella mente delle persone anche attraverso lo stimolo di alcuni film, l’ultimo è quello con Elio Germano protagonista, il precedente con Flavio Bucci, interpreti meravigliosi di una personalità che ha suggestionato gli attori, attori che a loro volta hanno trasmesso al popolo un’emozione diretta”.

 

Sgarbi si sofferma a esaminare la personalità di Ligabue (“totalmente estranea alle categorie in cui l’artista si colloca, in lui c’era una condizione naturale pura: il mondo della natura viene da lui trasferito nella sua immediatezza in pittura”) gli scenari (quella “straordinaria selva in cui si trasferì, il Po”), la parabola di un artista “senza scuola, senza accademia, senza maestri, riconosciuto da altri artisti ma non dalla critica di chi nel ‘900 avrebbe potuto occuparsene”.

“Ligabue dipinge come dipingerebbe un animale, con una consapevolezza dell’energia, della forza, della vita, della tensione, della sopravvivenza che nel mondo animale, ma anche tra gli uomini, determina i rapporti tra le specie. Da qui la tigre che azzanna il cervo, il serpente che strozza il ghepardo”.

 

“L’urlo degli animali di Ligabue provoca un’emozione che ci ripaga di aver per tanti anni tentato di normalizzarlo. Il fatto che lui resista, nonostante l’indifferenza della critica, è la misura della sua grandezza”.  

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