CALCIO: Sono trascorsi 56 anni dal settimo scudetto del Bologna guidato da Fulvio Bernardini

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Sono trascorsi ben cinquantasei anni dalla conquista del settimo, e sino ad ora, ultimo scudetto del Bologna. Uno scudetto vinto al termine di un rocambolesco campionato composto da vittorie, da sconfitte, da doping, da penalizzazioni, da lutti.

La stagione 1963-64 era terminata con due formazioni in testa alla classifica a pari punti. Non era mai successo dalla stagione 1929-30, nascita della campionato a girone unico e nel regolamento della Federazione non era stato preso in considerazione questa possibilità. La Lega sino all’ultimo aveva sperato che una delle due contendenti scivolasse all’ultimo impegno per non dover prolungare la stagione agonistica. Ma sia il Bologna che l’Internazionale si aggiudicavano le relative gare (Bologna-Lazio 1-0 e Internazionale-Atalanta 2-1) e quindi era obbligatorio uno spareggio. Gara unica da disputare a Roma, Stadio olimpico, la domenica successiva 7 giugno.

Ma vediamo come i nostri ragazzi hanno trascorso la settimana di passione verso lo spareggio e gli eventi più importanti che si sono succeduti intorno a loro.

 

Domenica 31 maggio

Lo spareggio tra Bologna e Internazionale, per l’assegnazione dello scudetto, si giocherà all’Olimpico di Roma, domenica 7 giugno alle ore 17,15. L’organizzazione dello spareggio sarà curata dalla Lega Nazionale, che metterà a disposizione di ognuna delle due società partecipanti un terzo dei biglietti dei vari ordini dei posti. Ogni squadra potrà fruire dell’incitamento di un egual numero di tifosi. L’ Internazionale voleva giocare lo spareggio in notturna per evitare che i suoi giocatori potessero risentire gli effetti del caldo. Il comitato di presidenza della Lega non ha accolto questa richiesta per non venir a meno all’obbligo di far sì che le gare valevoli per il campionato non venissero falsate da agenti estranei, quale luce artificiale o le stesse condizioni atmosferiche alterate rispetto quelle diurne. Il fatto che al trentaduesimo anno del girone unico vi sia stata per la prima volta la necessità di uno spareggio per lo scudetto, ha riaperto una vecchia discussione sull’opportunità e sportività di ricorrere a questo mezzo, e sia prima in campo bolognese sia dopo in campo interista si è rivolto un nostalgico appello al «quoziente reti», o «goal average» nella vecchia definizione del Paese che per primo lo ha adottato, così come ha inventato regolamento e norme del calcio moderno: l’Inghilterra. Non occorrerebbe ricordare che per le tre reti in meno, a parità di quelle segnate, cioé 54 contro 18 e 21, il Bologna non avrebbe avuto bisogno dello spareggio, ed appunto per tale motivo Herrera, non del quoziente-reti puro e semplice ha parlato, bensì del quoziente reti fra le due avversarie dirette, che gli sarebbe tornato favorevole, avendo preso tre punti al Bologna con un 2-1 totale (0-0 all’andata e 2-1 a Bologna) con eventuale ricorso a quello generale solo in caso di parità diretta.

 

Lunedì 1 giugno

Viene ufficializzata la vittoria di Harald Nielsen nel Trofeo Caltex. Il premio che tiene conto non del numero delle reti segnate ma della media reti, ovvero reti segnate divise incontri giocati. Harald (0,68) ha battuto Vinicio (L.R. Vicenza – 0,55) e Hamrin (Fiorentina – 0,53).

La Lega Nazionale informa che la partita che deciderà il titolo di Campione d’Italia sarà arbitrata da Concetto Lo Bello. Meno sei. Il cammino della speranza prende l’avvio da Bologna. Pare l’avvio per una romantica avventura per un’esaltante cavalcata finale. Fulvio è già sotto choc. Dice che gli da fastidio la luce, quella dei fari. E minaccia di ritirare la squadra dal campo se il crepuscolo suggerirà l’illuminazione artificiale. Aggiunge che come arbitro gli sta bene Lo Bello e di lì a qualche ora poi lo accontenteranno. La truppa approda a Fregene, Villa dei Pini, nel tardo pomeriggio. C’è chi rimprovera a Fulvio d’aver condotto i giovanotti a far follie in spiaggia. E Fulvio: «Ma guarda che roba! Magari adesso qualcuno si mette a scrivere che qui facciamo vita di mare eccetera e poi si perde e dunque poi tutta la colpa è mia. Ohe, dico, pochi scherzi! Qui c’è aria buona e i ragazzi riposeranno. La vita di spiaggia la facciano gli altri se credono».

 

Martedì 2 giugno

Quant’è balsamico l’odor di resina, questo è il motto della brigata. Footing di primo mattino e pomeriggio mondano per tutti: si va al cinema nella tentacolare Roma. Poi tutti a letto. Viene ufficializzata la notizia che i tifosi delle due squadre, all’Olimpico di Roma, per evitare incidenti saranno divisi in settori diversi

 

Mercoledì 3 giugno

Morte nel pomeriggio. Fulvio sta allenando il Bologna a Tor di Quinto. Atmosfera ideale, c’è la tribunetta gremita dai nuovi supporter del Bologna, pardon del Bologna di Fulvio, Quand’ecco che il colpo alla nuca tramortisce tutti quanti. Dall’Ara è morto. È deceduto a Milano, nella sede della Lega fra le braccia del suo collega Moratti: ultimo e più drammatico episodio di quei tre mesi terribili. Costernazione unanime, non sono frasi fatte, Janich piange, gli altri sono traumatizzati. Haller dice: «Io non giocare con altro presidente, Dall’Ara per me padre». Si associano tutti. Bernardini non riesce a connettere. Decide seduta stante di ricondurre tutti i suoi a Bologna, per le esequie del presidente. Poi la società gli comunica che i ragazzi debbono restare a Fregene e debbono pensare allo spareggio. Ma immaginatevi la situazione: non si sa nemmeno se questo spareggio che uccide si farà. E tutta la squadra moralmente agonizza. In questa atmosfera ci si avvia alla partitissima.

Giovedì 4 giugno

Non si può umanamente pretendere che otto ore di sonno abbiano cancellato l’immagine e il ricordo del presidente che se ne è andato. Alle esequie presenzieranno i soli Pascutti e Corradi.Gli altri se ne stanno a rovellarsi fra i pini. Nielsen dice: «Bologna grande famiglia? Ma quando in grandi famiglie muore uno, tutti gli altri vanno a funerale. Noi non possiamo andare a funerale e questo non bello, anzi molto brutto». Altri rossoblù dicono la loro e ogni tanto si pensa che domenica ci sarà la partitissima. Ma in che condizioni la affronteranno questi scalognatissimi groggj-boys?

 

Venerdì 5 giugno

L’atmosfera ora si è rasserenata. Trentacinque minuti di allenamento un po’ a schifio e quindi tutti a casa. Però Furlanis, Fogli, Janich e Perani sono davvero in palla. Haller afferma: «Io no bevo, io non mangio, io domenica grande partita. Se poi c’è Eurovisione, allora vedrete grandissimo Haller.»

 

Sabato 6 giugno

Fulvio Bernardini ai giornalisti, che chiedono lumi sulla formazione del Bologna che scenderà in campo contro l’Internazionale, risponde nel solito modo: formazione tipo con Renna al posto dell’infortunato Pascutti. Non vede altra alternativa.

 

Domenica 7 giugno

Stadio Olimpico ore 17. Quando l’altoparlante ha comunicato le formazioni un “Oh!” prolungato di delusione ha accolto il sorprendente annuncio che il Bologna avrebbe schierato all’ala sinistra il terzino Capra. Erano delusi gli spettatori neutrali, erano delusi gli interisti, erano delusi gli stessi bolognesi che sembravano in stragrande maggioranza nello Stadio Olimpico tappezzato da bandieroni rossoblu. La scelta di Bernardini in effetti sembrava preludere all’adozione di uno schieramento rigidamente difensivo, un “catenaccione gigante” per dirla in parole povere. E tutti temevano che questo avrebbe guastato lo spettacolo sia perché avrebbe sacrificato il livello del gioco, sia perché avrebbe assegnato un preciso e monocorde tema tattico al match (attacco dell’lnternazionale contro la difesa del Bologna); togliendo quei continui capovolgimenti di fronte che costituiscono una delle maggiori fonti di emozioni e di sorprese nei gioco del calcio.

Agli ordini dell’arbitro Concetto Lo Bello di Siracusa ecco le due formazioni schierate in campo.

BOLOGNA: Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Capra. – All. Bernardini.

INTERNAZIONALE: Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. – All. Helenio Herrera.

 

Subito dopo il calcio d’inizio ed un minuto di raccoglimento in memoria di Renato Dall’Ara, l’lnternazionale si avventava sull’avversario: già al primo minuto Bulgarelli era costretto a ricorrere ad un fallaccio per fermare Suarez. Punizione respinta da Furlanis, pronto smistamento a Fogli che a sua volta cercava Nielsen: ma Picchi lo neutralizzava con sicurezza. L’Inter attaccava ed il Bologna si limitava a fare quadrato davanti a Negri. Rompeva l’assedio Pavinato all’ 11’ con una lunga discesa e con un cross innocuo per Sarti, il quale bloccava con facilità. Sembrava anche questo un tentativo disperato come il precedente di Nielsen. Ma invece era la prima avvisaglia della entrata in funzione della tattica scelta dal Bologna.

Subito dopo infatti era una discesa di Capra con fulmineo inserimento di Fogli sul quale salvava Suarez (lo stesso Suarez pero al 18′ svirgolava malamente su tiro di Haller alzando sopra la traversa in modo da sfiorare l’autogol). Al 22’ Furlanis rubata palla a Mazzola scendeva e passava a Nielsen che si faceva però precedere da Sarti. A questo punto la manovra del Bologna era evidente: la copertura in difesa era rigida, imperniata su Janich libero, lo schieramento di Capra all’ala non significava che avesse costantemente un uomo in più nelle retrovie. L’espediente serviva invece a permettere improvvisi inserimenti all’attacco dei mediani e dei terzini. Al 23′ Tumburus scendeva verso la rete avversaria. Scambiava con Perani che smistava a Nielsen, il quale si liberava di Picchi e tirava in porta con una mezza girata. Sarti era bravo e fortunato a salvare in corner respingendo con le ginocchia mentre stava scivolando a terra sorpreso. Reazione dell’Inter al 38’, azione Suarez-Mazzola-Suarez e palla a Tagnin. Che effettuava un traversone in direzione di Milani che, sopraggiungendo in corsa, sparava una cannonata micidiale sbagliando però clamorosamente il bersaglio. Il Bologna rispondeva subito. Haller passava la palla a Bulgarelli il quale eff ettuava un cross per il centro dell’area dove Nielsen, sopraggiungeva di corsa, ma sbilanciato da Picchi, sbagliava l’aggancio proprio davanti a Sarti. La palla finiva sui piedi di Perani che impiegava qualche istante a riaversi dalla sorpresa; quanto bastava perche Facchetti riuscisse a salvare alla disperata.

Ripresa. Suarez allungava a Mazzola, pronto traversone al centro per Jair che però veniva anticipata da Negri in uscita. Seguiva un improvviso inserimento in avanti di Facchetti con tiro da lontano che mandava la palla esattamente all’incrocio dei pali, Negri era bravo ad alzare in corner. Al 59’ il Bologna tornava di nuovo alla ribalta. Partiva in contropiede Capra che scambiava con Perani che tagliava il campo in diagonale per poi dare indietro a Fogli. Violento tiro del mediano che Sarti fermava sul palo: la palla gli sfuggiva e Sarti doveva allora accartocciarsi su se stesso per togliere il pallone dai piedi di Nielsen. Due minuti dopo ancora Fogli invitava Furlanis ad avanzare. Il terzino effettuava un pallonetto a favore di Nielsen, portatosi al centro dell’area; Guarneri tentava la rovesciata ma la falliva, Nielsen a tu per tu con Sarti esitava un istante, quanto bastava a Picchi per salvare con un intervento alla disperata. Toccata sul vivo, l’lnter ripartiva all’attacco e per due volte riusciva ad insidiare la rete di Negri. Al 62’, su invito di Suarez, Mazzola si destreggiava bene tra Furlanis e Janich, passando poi a Milani. Tiro e palla a fil di palo. Un minuto dopo una discesa di Mazzola terminava con un traversone al centro dell’area bolognese dove Pavinato, tuffandosi a volo d’angelo deviava di testa in corner. Era praticamente l’ultimo guizzo dell’Inter; pian piano infatti il Bologna prendeva in pugno saldamente le redini dell’incontro. Al 73’ i rossoblù sfioravano il gol su discesa di Capra: traversone, Sarti si allungava a terra, ma riusciva solo a sfiorare la palla con la mano deviandola in direzione di Nielsen. Il danese però veniva anticipato da Picchi che liberava. Due minuti dopo il primo goal: punizione di Bulgarelli, tocco verso Fogli (libero come al solito), tiro misurato che sfiorava l’esterno della barriera (ove si trovava Facchetti). Sarti si tuffava esattamente nei punto ove avrebbe dovuto terminare la traiettoria del tiro, ma la palla subiva una deviazione battendo sulla gamba di Facchetti ed entrava in rete passando ad una decina di centimetri dalle dita inutilmente protese del portiere. Esplodeva lo stadio in un tripudio di urla e di bandiere rossoblu. Crollava l’lnternazionale, imperversava il Bologna con Perani che gettava lo scompiglio nella difesa nerazzurra. Così su azione di Perani, al 76’. Nielsen aveva un’altra palla buona: superava Guarneri di slancio ma Picchi salvava in corner. Mentre i tifosi rossoblù stavano intonando i cori del successo, arrivava il secondo gol a rendere più bello il trionfo. Era Perani ad iniziare l’azione sulla destra, smistando poi a Fogli che, a sua volta, prontamente smistava a Nielsen che superava Guarneri per poi insaccare in diagonale sulla destra di Sarti. Era la fine per l’lnternazionale, i giocatori nerazzurri attendevano, con la morte nei cuore, il trascorrere lento degli ultimi minuti.

 ph dalla “Collezione Luca e Lamberto Bertozzi”

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