Foto campersereno
Il nuovo protagonista della rassegna letteraria virtuale è lo scrittore Michelangelo Di Venere, autore del volume dal titolo “Cibalbero”.
Usare molte parole, in questo caso, credo sia superfluo, perché Michelangelo è un appassionato del linguaggio della natura, in ogni sua forma.
Il suo spirito ribelle e la sua spiccata curiosità lo hanno portato, nel tempo, ad avvicinarsi a quel mondo meraviglioso che, spesso si tende a dare per scontato e che è invece pronto a comunicare con chiunque abbia la volontà e il desiderio di ascoltarlo.
Michelangelo è un ottimo ascoltatore e interprete dei luoghi che ci circondano.
Il suo impegno e l’amore per gli alberi in particolare, lo hanno portato a realizzare interessanti conferenze e collaborazioni con realtà e persone che difendono tutti i valori del verde.
Michelangelo Di Venere
Con la sua prima opera, Cibalbero, Michelangelo stimola appunto la curiosità del lettore più attento e di chiunque abbia lo spirito di responsabilità fondamentale per poter approcciarsi a tutto ciò che vive, respira e fiorisce attorno a noi, anche se spesso viene danneggiato proprio dall’incoscienza dell’essere umano.
Il suo blog Facebook “A spasso con Michelangelo” è una fucina di informazioni e una vetrina di succose iniziative con cui l’autore vuole far conoscere con semplicità ma impegno al pubblico il linguaggio della natura in quello che rimane un obiettivo importantissimo e mai fuori moda.
Il tuo primo approccio con la scrittura e la decisione di scrivere il primo libro. Quando è arrivato tutto questo?
Tutto è nato “per caso”, come spesso capita. Il Cibalbero è nato dall’esperienza fatta portando in giro l’omonimo evento. Durante uno degli stessi conobbi Giannozzo Pucci, il fondatore della Libreria Editrice Fiorentina che mi chiese di trasformare tutta la mia ricerca nel campo in qualcosa di facilmente consultabile. Non fu facile all’inizio, era un esperienza del tutto nuova per me. Il materiale a disposizione era tanto, la cosa più difficile era renderlo facilmente fruibile anche ai non “addetti” ai lavori. Per poter scrivere qualcosa di molto vicino alla gente credo che si debba essere quanto più possibile coerenti con ciò che si è e con ciò che si vuole esprimere, mettendo da parte i dogmi e le aspettative. Solo in questo modo è possibile trasmettere l’emozione dello scrivere e della conoscenza.
La curiosità e ciò che, secondo te, stimola una visione più ampia del mondo e più precisamente dei dettagli che spesso non osserviamo?
Non solo. La curiosità è anche un modo di essere: vuol dire permettersi di ritornare “bambini”.
Quando eravamo in tenera età chiedevamo spesso a mamma o papà: Che cosa è quello? E perché è così? etc etc Viviamo in un epoca in cui il chiedere e il chiedersi è stato soppiantato dal “E’ così e basta” o dall’accettazione incondizionata di ciò che ci viene raccontato, senza spirito critico (quello sano).
In questo momento storico, purtroppo tragico, la natura ha trovato una sorta di rinascita.
Credi sarà mai possibile che esseri umani e pianeta possano raggiungere un equilibrio, anche imparando da esperienze come quella che stiamo vivendo?
In realtà la Natura è sempre stata viva e rinasce in ogni momento. E’ la nostra percezione ad essere cambiata e mi auguro che continui a cambiare. Non so cosa accadrà: il mio timore è che una volta ritornati tutti nella propria “bolla di sicurezza” quella percezione venga dimenticata. In questo periodo è molto utile pensare come “alberi”, ovvero vivere al massimo con i mezzi che si hanno senza farsi influenzare dall’ambiente circostante. Abbiamo di sicuro una grande responsabilità: quella di riconnetterci al mondo Naturale primordiale così come accadeva per le antiche società legate al mondo Verde.
I social network possono essere un valido mezzo per conoscere la natura?
Penso che nei social ci siano troppe informazioni e che le stesse scorrano troppo velocemente. Se da un lato è possibile aumentare il numero dei cosiddetti “followers”, bisogna chiedersi quanti di questi realmente comprendono il messaggio che gli viene dato. La possibilità di dare un “Like” bypassa di fatto la comprensione e la scoperta; è tutto automatico.
E’ più saggio secondo il mio parere creare reti umane di persone che condividono lo stesso intento: un po’ come accade nella vostra realtà culturale per intenderci.
Progetti futuri?
L’intenzione è quello di divulgare il progetto “Curiosity Saved The Trees”, un modo per risvegliare la curiosità sul mondo degli alberi facendo leva sulle loro particolarità e sulle caratteristiche che li rendono unici. Sono, per questo motivo, alla continua ricerca di associazioni, enti e centri culturali che credono di essere sensibili a questi temi.
Il secondo progetto ha nome “Io, come un Albero”: è un incontro che svolgo personalmente con chi decide di scoprire il proprio “albero custode”, ovvero l’albero che corrisponde alle proprie caratteristiche.
foto da internet