UNIONCAMERE: Inizio 2020 con forte calo delle imprese

0
439

 

Al termine del primo trimestre 2020, la flessione (-3.450 unità, -0,9 per cento) si amplia decisamente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La base imprenditoriale nazionale subisce una flessione analoga (-0,7 per cento). La riduzione più ampia è nel commercio (-2.044), poi l’agricoltura (-1.270), ben più staccate le perdite nella manifattura, nel trasporto e magazzinaggio, mentre è più lieve la diminuzione nelle costruzioni. Il complesso dei servizi contiene la flessione (-0,6 per cento) e da qui giungono gli unici segnali positivi, in particolare dall’immobiliare. Rallenta la crescita delle società di capitale (+2,7 per cento), si amplia la riduzione delle ditte individuali (-3.545) e delle società di persone (-2.154).

Un saldo negativo di oltre tremila imprese nei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Forse si comincia a far sentire anche l’effetto delle restrizioni seguite all’emergenza Covid-19 sul bilancio della nati-mortalità delle imprese tra gennaio e marzo, periodo già di solito appesantito dalle chiusure comunicate sul finire dell’anno precedente.

E’ la fotografia scattata da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro imprese delle Camere di commercio.

Le imprese attive a fine marzo 2020 erano 396.581, mai così poche, con una diminuzione pari a 3.450 unità, -0,9 per cento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La perdita subita dalla base imprenditoriale regionale è risultata molto più ampia rispetto a quella riferita allo stesso trimestre del 2019 (-2.437 unità, -0,6 per cento) ed è la più ampia degli ultimi cinque anni. La tendenza alla riduzione delle imprese attive peraltro prosegue sostanzialmente ininterrotta dal 2009. A livello nazionale le imprese attive hanno subito una flessione più contenuta (-0,5 per cento).

I settori di attività economica. La base imprenditoriale regionale si è ridotta in tutti macrosettori, più rapidamente in agricoltura, in misura più contenuta nell’industria, solo leggermente nelle costruzioni e nell’aggregato dei servizi. In dettaglio, l’insieme del commercio all’ingrosso e al dettaglio e della riparazione di autoveicoli e motocicli subisce una notevole flessione delle imprese del settore (-2.044 unità, -2,3 per cento). La base imprenditoriale dell’agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di 1.270 unità (-2,3 per cento). L’industria perde 704 imprese, con una nuova accelerazione della tendenza negativa che giunge a -1,6 per cento. Un ulteriore segno rosso è dato dalla perdita di 336 imprese del settore del trasporto e magazzinaggio (-2,5 per cento). Infine, le imprese delle costruzioni contengono la perdita a 172 unità (-0,3 per cento) e la tendenza negativa si riduce di nuovo e decisamente.

Segnali positivi vengono solo dagli altri settori dei servizi. I principali giungono dalle imprese dell’immobiliare (271 unità, +1,0 per cento), quindi dall’aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+265 unità, +2,1 per cento) e infine dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+153 unità, +0,9 per cento).

 

Si confermano gli andamenti nettamente divergenti anche per le tipologie di forma giuridica delle imprese. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall’andamento negativo delle ditte individuali, scese di 3.545 unità (-1,6 per cento) e dalla riduzione più rapida delle società di persone (2.154 unità, -2,9 per cento), risultata la più ampia degli ultimi cinque anni. Queste ultime risentono in negativo dell’attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece l’aumento tendenziale delle società di capitale (+2.416 unità, +2,7 per cento), comunque è più contenuto dello scorso anno.

 

 

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here