Il RMS Titanic era una nave passeggeri britannica della Olympic Class, che divenne famosa per la collisione con un iceberg avvenuta nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, alla quale fece seguito l’affondamento.
Secondo di un trio di transatlantici, il Titanic , con le navi gemelle Olympic  e Britannic, era stato progettato per offrire un collegamento settimanale con l’America. Era stato
costruito presso i cantieri Harland and Wolff di Belfast, ed era la più grande e lussuosa nave del mondo.
Durante il suo viaggio inaugurale (da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown), il Titanic entrò in collisione con un iceberg, alle 23,40 (ora della nave) di domenica 14 aprile 1912. Nell’impatto contro la fiancata destra del transatlantico, si verificò uno squarcio che provocò l’affondamento dello stesso due ore e 40 minuti più tardi (alle 2,20 del 15 aprile), dopo essersi spezzato in due tronconi. Nella sciagura persero la vita ben 1517 dei 2227 passeggeri imbarcati.
Il Titanic era stato progettato per competere con il Lusitania e il Mauretania,
transatlantici della compagnia rivale Cunard Line. La nave era stata disegnata da William Pirrie, presidente della Harland and Wolff, e da Thomas Andrews capo del dipartimento di progettazione.
La costruzione del RMS Titanic , finanziata dall’armatore americano John Pierpont Morgan della società International Mercantile Marine Co ., iniziò il 31 marzo 1909; lo scafo fu varato il 31 maggio 1911 e le sovrastrutture furono completate il 31 marzo dell’anno seguente.
Il biglietto di sola andata per New York, in prima classe, costava ben 3.100 dollari dell’epoca (circa 50.000 dollari odierni). Il Titanic era lungo 269 metri e largo 28, aveva una stazza di 46.328 tonnellate e l’altezza del ponte sulla linea di galleggiamento era di 18 metri. Sebbene avesse la stessa lunghezza dell’ Olympic , aveva un tonnellaggio lordo maggiore per via del più ampio spazio interno. La propulsione a vapore aveva quattro cilindri contrapposti invertibili a triplice espansione, più una turbina Parson a bassa pressione. Le macchine alternative del Titanic, le più grandi mai costruite, occupavano quattro piani in altezza e muovevano le due eliche laterali. La turbina muoveva l’elica
centrale. Le 29 caldaie avevano un diametro di 5 metri ciascuna e fagocitavano ben 728 tonnellate di carbone al giorno. La velocità massima era di 23 nodi (43 km/h). Solamente tre delle quattro ciminiere erano funzionanti, la quarta serviva solo come presa d’aria ed era stata aggiunta per rendere la nave più imponente. A bordo potevano essere ospitate 3547 persone, tra passeggeri ed equipaggio, e veniva svolto anche il servizio postale, di qui il prefisso RMS ( Royal Mail Steamer )oltre a SS ( Steam ship, nave a vapore). Il Titanic era dotato di una piscina coperta, di una palestra, di un bagno turco e di un campo di squash. Le camere di prima classe erano decisamente sfarzose.
Gli alloggi privati erano 34, ed avevano il soggiorno, la sala di lettura e la sala da fumo; ognuno era arredato in stile diverso. Nella nave c’erano tre ascensori per la prima classe e un ascensore per la seconda classe. La terza classe era decorata con legno di pino verniciato di bianco, pareti smaltate e sedie di teack. Nel ristorante di terza era collocato un pianoforte. Il Titanic era un gioiello di tecnologia ed era ritenuto praticamente inaffondabile.
La chiglia aveva un doppio fondo e lo scafo era suddiviso in 16 compartimenti stagni, le cui porte a ghigliottina si potevano chiudere automaticamente dal ponte di comando (in mancanza di energia elettrica si potevano chiudere sfruttando la forza di gravità). Questi comparti, però, non attraversavano tutta l’altezza dello scafo, ma si fermavano al ponte per dare più spazio alla disposizione delle sale. Il Titanic avrebbe potuto galleggiare anche con due dei compartimenti intermedi allagati, oppure con tutti i primi quattro compartimenti di prua allagati.
Lo scontro con l’iceberg causò, però, l’allagamento dei primi cinque compartimenti prodieri. Il 10 aprile 1912 la nave partì da Southampton (Inghilterra) per dirigersi verso NewYork, capitanata da Edward John Smith, al suo ultimo viaggio prima del pensionamento.
Dopo avere attraversato la Manica, il Titanic arrivò in serata a Cherbourg in Francia, per partire poi alla volta di Queenstown, in Irlanda. In prima classe viaggiavano alcune tra le persone più in vista dell’epoca. Tra gli altri c’era anche l’amministratore delegato della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, che ebbe l’idea di costruire la nave e sceglierne il nome, ed il principale progettista, Thomas Adrews che voleva constatare di persona gli eventuali problemi del primo viaggio. Andrews decise di colare a picco con la nave, mentre Ismay prese posto sull’ultima scialuppa disponibile. Questo gesto fu in seguito condannato come un atto di codardia. Il viaggio inaugurale del Titanic venne accolto con ampio clamore dalla stampa e dall’opinione pubblica. Nella fretta di partire nei tempi previsti e per alcuni cambi negli ufficiali avvenuti all’ultimo momento, vennero dimenticati i binocoli, costringendo i marinai di vedetta a svolgere a occhio nudo la loro attività. Un elemento
che si rivelò poi fatale nel corso degli eventi. A ciò si unì la volontà di raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile, che portò a mantenere i motori costantemente al massimo. La velocità non fu ridotta nemmeno dopo la segnalazione fatta pervenire al capitano Smith, nella tarda mattinata di domenica 14 aprile: il messaggio avvertiva della presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del Titanic. Circa dieci ore più tardi, intorno alle 23.40, nel buio fitto di una notte senza chiarore lunare, le vedette Frederick Fleet e Reginald Lee avvistarono un iceberg di fronte alla nave.
Il fatto che i due fossero sprovvisti di binocolo, alimentò il fondato timore che l’ostacolo si trovasse a non più di 450-550 metri. Una distanza che alla velocità di crociera di 20 nodi (circa 37 km/h), impediva qualsiasi tentativo di evitare l’impatto. Il ghiaccio strisciò sulla dritta aprendo una lunga crepa sotto la linea di galleggiamento e in pochi istanti l’acqua invase ad uno ad uno i vari compartimenti, partendo dalla sala macchine. Alle 12,27, quando si comprese che la prua del Titanic stava lentamente affondando, venne lanciato un SOS dal marconista Jack Phillips, raccolto dal piroscafo Carpathia, distante 58 miglia dal luogo dell’impatto.
La fase delle operazioni di salvataggio fu drammatica. Le scialuppe a disposizione erano soltanto 16 e ognuna poteva contenere fino a 60 persone. Per inesperienza e cattivo coordinamento tra loro, gli ufficiali ne fecero salire in molti casi un numero inferiore, riducendo ulteriormente la quota di passeggeri destinati a salvarsi. Delle 2.223 persone a bordo (equipaggio compreso), ne sopravvissero 705; le altre, in gran parte, persero la vita per assideramento, causato dalla prolungata permanenza nell’acqua a zero gradi. Dalle 2,15 il destino del Titanic fu segnato: sommerso per metà dall’acqua, lo scafo si spezzò in due e cinque minuti più tardi s’inabissò anche la poppa.
Nei giorni immediatamente successivi la notizia del disastro scioccò il mondo, creando le premesse per una profonda riflessione sull’episodio che portò alla convocazione della prima conferenza sulla sicurezza delle persone in mare. Nel corso di una spedizione sottomarina sul fondo dell’oceano, nel 1997 è stato possibile ricostruire una dinamica più plausibile dell’accaduto e a portare in superficie circa 5mila oggetti stipati nella nave. Nel 2012, nel centenario della tragedia, gli scienziati hanno avanzato l’ipotesi che il relitto si sgretolerà nell’arco di 20-30 anni.
Delle numerose trasposizioni cinematografiche, la più popolare è stato quella dell’omonimo colossal diretto nel 1997 da James Cameron, premiato con ben undici Oscar (record assoluto condiviso con Ben-Hur e Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re).
Rosalba Angiuli
ph. per concessione da “Collezione Luca e Lamberto Bertozzi”
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Un commento

  1. Una delle ragioni del cedimento della fiancata del Titanic, secondo esperti metallurgici, sembra sia dipeso dalla pessima qualità dell’acciaio impiegato, ricco di ossidi e di scorie. Con la temperatura attorno allo 0 dette lastre si infragilivano e la pressione causata dallo sfregamento provocarono l’aprirsi di falle. Come detto nell’articolo, vi erano anche difetti nella progettazione delle camere stagne prive di chiusura superiore. Insomma una sommatoria di errori che portarono al disastro.

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