L’ispettore Coliandro (Giampaolo Morelli) – Foto Ciak Generation
La recensione di Fabrizio Carollo sulla recente puntata del serial televisivo che ha per protagonista Giampaolo Morelli ed il commento della scrittrice Lorena Lusetti, giallista bolognese, hanno suscitato un notevole interesse tra i nostri lettori. Ho quindi chiesto ad altre due “penne” di casa nostra un giudizio su personaggio e ambientazione.
La prima è Katia Bertani, già nostra collaboratrice, editrice, scrittrice di libri di gialli, romanzi e testi di gastronomia. La seconda è Francesca Panzacchi, scrittrice e curatrice editoriale
M.B.
L’ISPETTORE CHE MANCAVA
L’ispettore Coliandro è l’opposto dei poliziotti eroi televisivi. Un ispettore incorruttibile e testardo ma anche opportunista e pasticcione.
Tutti noi possiamo identificarci in lui nelle piccole “grane” quotidiane e nei suoi difetti.
Perfetto Giampaolo Morelli per il ruolo e azzeccato il nome Coliandro scelto da Carlo Lucarelli.
Una serie gialla che puoi vedere in famiglia con Vito che strappa risate con il suo personaggio Giacomino (se i mai stato a Tbilisi?)
Katia Brentani
L’ISPETTORE CHE MANCAVA
Ci voleva proprio un tipo come Coliandro.
Abituati da sempre a ispettori posati e infallibili, al massimo solo un po’ burberi, siamo rimasti piacevolmente sorpresi (per non dire disorientati) da questo personaggio nuovo, moderno e decisamente sopra le righe.
Coliandro o lo si ama o lo si odia, niente mezze misure.
Personalmente lo amo, come amo che le sue indagini siano ambientate nella mia bella Bologna, cosa che purtroppo non accade molto spesso.
Coliandro è uno di noi: goffo, imbranato, contraddittorio, spesso presuntuoso. Ma in fondo è anche uno che sa cavarsela, più di quanto possa sembrare a un primo impatto.
Questi suoi difetti quasi ostentati però tendono a suscitare più un senso di tenerezza che non di fastidio, forse perché nonostante tutto Coliandro è un poliziotto onesto, che crede ancora nella giustizia.
Non troppo fortunato con le donne, sa cadere e rialzarsi. In poche parole è uno che non si arrende.
Forse le sue indagini non saranno impeccabili come non lo sono i suoi modi, ma l’alternanza fra la drammaticità della trama (si parla pur sempre di delitti da risolvere) e le immancabili gaffes del nostro antieroe risulta essere senza alcun dubbio vincente.
Francesca Panzacchi