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UNIONCAMERE: Vietnam, un mondo di opportunità

 

A Bologna si è svolto un incontro tra Claudio Pasini, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Tomaso Andreatta, chief representative di Intesa San Paolo Indochina e Maily Anna Maria Nguyen, responsabile del Desk Emilia-Romagna in Vietnam.

Al centro dei colloqui, il grado di penetrazione delle aziende emiliano-romagnole e più in generale italiane in Vietnam, porta d’accesso al mercato dell’ASEAN, (l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico che comprende 10 Paesi), realtà di 620 milioni di consumatori che registra una crescita economica di circa il 7 per cento l’anno. Realtà sempre più interconnessa con grandi opportunità di business.

Tra un mese, il 24 settembre, sarà in visita istituzionale a Bologna una delegazione della provincia vietnamita del Binh Duong guidata dal vice presidente Huynh Thanh Long e da membri del People Council e dai leader dell’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC che sarà ricevuta dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e incontrerà gli imprenditori emiliano-romagnoli in un appuntamento organizzato da Unioncamere ER, Confindustria e Intesa San Paolo. Sarà l’occasione per un conoscere le opportunità di investimento in Vietnam, paese in grande sviluppo economico. In particolare la provincia di Binh Duong, area vicina a Ho Chi Minh City a forte sviluppo di imprese hi-tech, e sempre più centro economico e finanziario ben riconosciuto in Asia e nel mondo.

Tomaso Andreatta illustrerà le caratteristiche dello sviluppo dell’area Asean e le opportunità di investimenti per le imprese italiane.

 “Per fare affari in Asia è indispensabile avere una presenza nell’area, almeno come ufficio di rappresentanza ma, nel caso di utilizzo di prodotti nei processi manifatturieri, è indispensabile disporre di un magazzino e di tecnici. Per essere competitivi, produrre in zona fa un’enorme differenza relativamente a costo del lavoro e logistica, e, ancora più importante, per dimostrare coi fatti l’impegno a fare affari in quella zona. Sono oramai diverse le società italiane e molte di più di altri Paesi che hanno aperto uno stabilimento in Vietnam perché richieste dai loro clienti di essere prossime alle fabbriche che utilizzano i loro prodotti. La migliore opportunità – precisa Andreatta – sarebbe di aprire stabilimenti non per delocalizzare ma per produrre beni intermedi da vendere a chi ha in mano la distribuzione e i marchi in Asia: giapponesi e coreani. Questa strategia estende naturalmente il mercato storico di sbocco dall’Italia che è la Germania primo importatore di prodotti italiani, molti dei quali tecnologici e intermedi, che sono poi integrati in più complessi impianti venduti (e finanziati) dai tedeschi in tutto il mondo.”

L’obiettivo del Vietnam è di diventare un’economia industrializzata ma green friendly, con una politica di crescita sostenibile come sottolineato dal Primo Ministro Nguyen Xuan Phuc in occasione della recente conferenza per la promozione degli investimenti organizzata da Becamex IDC e dalla Provincia di Binh Phuoc, confinante con quella di Binh Duong e in sinergia in ottica di sviluppo di area vasta.

Il Desk Emilia-Romagna/Vietnam è stato attivato grazie ad un’intesa con l’Agenzia di Sviluppo Becamex IDC per supportare le imprese italiano, emiliano-romagnole in particolare, interessate ad operare in Vietnam – evidenzia Claudio PasiniAl Paese asiatico, il sistema camerale dell’Emilia-Romagna, in partnership con la Regione, ha dedicato attenzione e risorse con progetti specifici, confortati da un aumento dell’export verso il Vietnam”.

Come specifica Maily Anna Maria Nguyen, responsabile del Desk Emilia-Romagna/Vietnam “La Provincia di Binh Duong e Becamex IDC hanno costruito in meno di 20 anni ben 27 parchi industriali o per meglio dire Città Industriali, su una superficie di 20mila ettari. Sono circa 3.100 gli investimenti diretti esteri con un capitale di quasi 28,3 miliardi di USD da 36 Paesi. I principali investitori in Binh Duong sono Giappone e Corea. La presenza in quest’area dà quindi l’opportunità alle imprese italiane di fare business anche con le aziende di altri Paesi. E’ arrivato il momento per le imprese tricolori di fare un salto di qualità nelle strategie di internazionalizzazione per competere nel mercato globale e prepararsi al futuro. La maggiore crescita della middle class è in Asia: entro il 2030 questa fascia di popolazione arriverà a quasi 3 miliardi di persone, secondo le previsioni della Brookings Institution, rispetto ai 525 milioni di oggi”.

 

 

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