Roberto Vellani
Il resto del podio a Brusori (Peugeot 208 R5) ed al còrso Alerini (Ford Fiesta R5)
Notevole la prestazione del pisano Rovatti (Renault Clio S1600), quarto
assoluto, primo delle due ruote motrici.
Due giorni di sfidealtamente adrenaliniche e ricche di contenuti tecnico-sportivi di spessore,
il Rally Alto Appennino Bolognese “moderno”, quello che ha segnato la trentesima
edizione, vinta oggi dal reggiano Roberto Vellani, in coppia con l’esperto toscano di Lucca David Castiglioni, a bordo di una Peugeot 208 T16 R5.
La gara, partita ieri pomeriggio da Gaggio Montano, rilevando il testimonio dalla parte “historic” che invece ha salutato la bandiera a scacchi a Castiglione dei Pepoli, si è decisa nel finale, una doppia occasione di prove dove Vellani ha saputo colmare con freddezza il non ampio solco che Simone Brusori (Peugeot 208 T16 R5), forte driver locale (vincitore lo scorso anno del rally RAAB storico) aveva saputo scavare con l’ultima “piesse” di ieri notte.
Una gara estremamente tirata e spettacolare, quella condotta da Vellani, che ha concesso il bis di allori (dopo quello dello scorso anno) come anche quella portata in fondo da Brusori (affiancato da Carrugi), pilota di livello che corre purtroppo poco, con tutte le difficoltà che vi possono essere nel guidare vetture di vertice molto professionali.
Arrivati alla soglia dell’ultima “chrono” divisi da soli 1”9 con Brusori davanti, è stata l’ultima prova speciale di “Bombiana”, a favorire il pilota di Quattro Castella che ha staccato il rivale di 6” finendo vincitore con 4”1.
Simone Brusori
Alle spalle del duo Peugeot ha concluso con grande merito, a soli il còrso Paul Alerini, alla sua seconda esperienza al RAAB, meritevole di elogio perché, con la Ford Fiesta R5, è sempre riuscito a rimanere nella scia dell’attico della classifica senza troppo soffrire (8”2 il divario finale dal vincitore), segno anche in questo caso in un alto livello, affiancato da Tony Barichella.
Paul Alerini
Come di alto livello è stata la prestazione fornita dal pisano Michele Rovatti, con una Renault Clio S1600, Affiancato dalla porrettana Valentina Catone, il pilota toscano – non nuovo a performance esaltanti con vetture “piccole” – si è immediatamente inserito nei quartieri alti della classifica senza difficoltà, duellando costantemente con altri esponenti di
vetture a trazione integrale e di categoria superiore. Oltre ad aver finito ai piedi del podio, Rovatti è stato il più veloce tra le vetture a “due ruote motrici”, completando quindi quella che è una prestazione decisamente cristallina.
Completa la top five il siciliano Luigi Bruccoleri, già visto in forma sulle strade dell’Appennino bolognese la scorsa edizione. Stavolta era al debutto con la Skoda Fabia R5, con la quale ha soprattutto cercato il miglior feeling, con alle note Ilaria Rapisarda e la seconda parte di gara li ha visti andare all’attacco di Rovatti, pur con quest’ultimo che ha
saputo tener testa sino alla bandiera a scacchi.
Sesta posizione finale per l’altro reggiano Marco Belli, con Albertini al fianco, debuttante con una Skoda Fabia R5, con la quale hanno trascorso tutto l’arco della gara a trovare il miglior dialogo possibile con la vettura boema. Settimo assoluto ha chiuso il gentleman Franco Rossi (Hyundai i 20 R5), assecondato dal blasonato Flavio Zanella, ottavo un
altro gentleman, il milanese Elio Minetti (Ford Fiesta), rientrato alle competizioni dopo dieci anni (ed al debutto con una vettura di categoria R5), coadiuvato da Nicoli.
La top ten è stata poi chiusa con ampio merito da Amedeo Venturi, pilota locale di Baigno, e da Leonardo Lorallini, bolognese anche lui, entrambi alla loro prima uscita con una Peugeot 208 R2.
La *gara “Historic”, conclusa ieri, ha visto un podio intero dominato dal marchio Porsche, con la vittoria andata al bresciano Oreste Pasetto, in coppia con Carlo Salvo, davanti ad Agostino Iccolti e Giulia Zanchetta e terzi Muccioli-Zumelli. Anche la gara di regolarità sport è stata appannaggio di una coupé di Stoccarda, quella dei bolognesi Argenti-Amorosa, con 46 penalità, davanti a Marani-Sartorrio (Porsche 911-48 penalità), mentre il terzo assoluto è stato conquistato dai bresciani Seneci-Ciatti (Opel Kadett GT/E-56 penalità).
Questa edizione dei 42 anni del Rally Alto Appennino Bolognese “historic”, ma anche la trentesima del “moderno” ha riscosso un notevole successo tra i partecipanti (130 iscritti), tutti rimasti estremamente soddisfatti sia dell’accoglienza che del percorso che si sono trovati ad affrontare, degne cornici di una tradizione unica nei rallies nazionali. Importante e significativa anche la ricaduta di immagine ed economica per l’indotto turistico-ricettivo: quest’ultimo week-end di luglio ha infatti segnato un notevole afflusso di turismo emozionale, generato appunto dal doppio evento motoristico e dalle sensazioni che il motorsport riesce ad infondere insieme ai luoghi che attraversa.
Nelle foto i primi tre del podio assoluto (foto RallyStage/Alessandro Guidi)